Il mistero che si cela dietro la tomba del Faraone Tutankhamon si infittisce sempre di più: le novità arrivano direttamente dallo spazio.
Il 4 novembre 1922 è stata portata alla luce una delle scoperte più sensazionali della storia: la tomba del Faraone Tutankhamon grazie all’archeologo Howard Carter. Fu un momento strabiliante perché si tratta di uno dei tesori più antichi di tutto l’antico Egitto.
Al momento della scoperta venne trovato il suo corredo funerario – come da tradizione – in un perfetto stato di conservazione. La mummia era stata adagiata in un sarcofago interamente fatto di oro. Molte le domande e le perplessità che si nascondono dietro alla sua sepoltura, per tutti definita improvvisata.
Da quel giorno sono trascorsi 100 anni e in tutto questo periodo gli archeologi di tutto il mondo non hanno mai smesso di interessarsi al caso della tomba di Tutankhamon. I misteri che si celano sono molteplici e intricati. Tante le questioni ancora irrisolte.
Come dicevamo pocanzi, sulla tomba di Tutankhamon gravitano una grossa quantità di miti e leggende. Si vocifera che possa essere addirittura maledetta ed è proprio la presunta maledizione ad aver causato la scomparsa di colui che allora finanziò gli scavi, Lord Canarvon.
Stando alle ultime ricerche sono emersi dettagli molto affascinanti circa uno degli strumenti ritrovati nel suo sarcofago. Stiamo parlando del suo pugnale, ma in particolare a canalizzare l’attenzione è la lama che compone l’oggetto.
E’ stata lungamente analizzata e studiata e l’aspetto che ha maggiormente colpito i ricercatori è la composizione del suo materiale. Ad esempio l’impugnatura comporta interamente di ferro e oro, elementi pregiatissimi per l’epoca e appartenenti solo alle classi sociali più facoltose.
Ma non è tutto, perché una delle presunte ipotesi circa la forgiatura della lama arriva da molto lontano. Ma proprio tanto lontano: dallo spazio! Ebbene sì, è stato supposto che il materiale (un miscuglio di ferro, nichel e cobalto) sia proprio dei meteoriti ferrosi.
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Il lavoro è stato confermato dal Chiba Institute of Technology che, coadiuvato dal Grand Egyptian Museum hanno confermato trattarsi di ottaedrite: materiale appartenente ad un gruppo di meteoriti di ferro. Insomma, una scoperta a dir poco spaziale!
