Ogni giorno che passa è un altro giorno di sangue e violenza in terra ucraina. L’invasione russa non accenna ad indietreggiare e nonostante i ripetuti incontri la tregua sembra molto lontana: intanto però si continua a morire…
Oltre alle vittime in carne ed ossa ed alla distruzione di infrastrutture e case, la guerra miete sempre un’altra vittima: la verità. E’ molto difficile raccontare una guerra, parlare di dolore e distruzione senza scadere nella retorica ed inquadrare i fatti senza scivolare nelle opinioni.
Il lavoro di un bravo giornalista è proprio quello di distinguere i fatti e gli atti dalle opinioni e dalle idee, e di metterli nero su bianco, di fotografare o filmarli per permettere a chi sta dall’altra parte di avere un’idea il più possibile realistica ed accurata.
Ecco perché i giornalisti non sono mai i benvenuti nei teatri di guerra, e pagano spesso con la vita la loro professionalità: come in questo caso.
Morto per raccontare la verità
Una bruttissima storia quella che il popolare programma Che tempo che fa ha voluto diffondere attraverso il proprio profilo Instagram ufficiale.
Una storia che parla di morte ma anche di amore per il proprio lavoro. Un altro reporter vittima della violenza in Ucraina, ancora oggi inverosimile teatro di una guerra sanguinosa nel cuore dell’Europa.
La vittima si chiama Pierre Zakrzevsky, cameraman dell’emittente americana Fox News. L’uomo è deceduto a causa dei proiettili che hanno centrato l’automezzo su cui viaggiava vicino la capitale Kiev.
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Zakrzevsky si aggiunge quindi a Pierre Renaud tra i giornalisti caduti in Ucraina per cercare di raccontare al mondo i tragici fatti che stanno sconvolgendo il paese. Un episodio che probabilmente contribuirà ad inasprire i rapporti tra Russia ed Occidente, con una morte che certifica la difficile situazione che si sta vivendo in questi giorni tra quelli che potrebbero diventare due blocchi contrapposti. Insomma, non una situazione facile.