Il collettivo di hacker, che dal 4 marzo ha dichiarato guerra informatica a Vladimir Putin, con un gesto clamoroso svela i motivi dietro alla guerra in Ucraina. Anonymous torna a colpire.
Mentre la guerra tra Ucraina e Russia continua più sanguinosa che mai, ce n’è un’altra che si sta combattendo e che vede in prima linea il collettivo di hacker Anonymous. Ora gli esperti informatici ne hanno escogitata un’altra per poter raggiungere con il loro operato la popolazione russa.
Il movimento è nato in una imageboard inglese di 4chan, canale dove si pubblicavano immagini, appunto, nel 2003, e fin da subito si è impegnato nel combattere ingiustizie e poteri forti. Il loro simbolo è la maschera di Guy Fawkes di V per Vendetta, film del 2005.
“Anonymous è la prima coscienza cosmica basata su Internet, Anonymous è un gruppo, nello stesso senso in cui uno stormo di uccelli è un gruppo. Come si fa a sapere che è un gruppo? Perché viaggiano nella stessa direzione” li ha definiti Chris Landers del Baltimore City Papers nel 2008.
Il movimento non è controllato da leader o partiti e chiunque può farne parte, come ha spiegato un membro intervistato proprio da Landers, spiegando che solitamente c’è un programma su cui tutti sono d’accordo e sul quale si coordinano, ma per la cui realizzazione ci si muove individialmente, senza riconoscimento alcuno.
Dal 4 marzo Anonymous ha dichiarato “guerra” informatica a Putin, per contrastare la censura che sta mettendo in atto in Russia su ciò che sta realmente accadendo in Ucraina.
Da qualche ora il collettivo ha fatto un’ulteriore mossa, riuscendo a raggiungere la popolazione russa e lanciare un messaggio, evitando le restrizioni messe in atto dal capo del Cremlino per limitare l’informazione dei cittadini.
Ad annunciarlo è stato proprio Anonymous, su Twitter: “Abbiamo inviato sette milioni di messaggi sui telefoni di utenti russi per dire loro la verità circa sull’invasione di Putin” il suo cinguettìo.
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Non solo, gli hacker sono riusciti a entrare in più di 400 webcam russe, aggiungendo in sovrimpressione dei messaggi contro il premier russo. La guerra cibernetica continua senza esclusione di colpi.