In questi giorni di tensione, il prezzo del petrolio è aumentato in maniera vertiginosa. Ci sono alcuni Stati, però, che se la passano meglio.
L’argomento del caro benzina, in questo dato periodo storico, è di sicuro qualcosa di cui si sta parlando molto e che sta anche facendo piuttosto preoccupare gli automobilisti.
Naturalmente, la causa principale di questa eccessiva impennata dei prezzi è proprio il conflitto in corso tra Russia e Ucraina. Certo, il costo, nel corso del tempo è aumentato anche per altri motivi, e non è mai stato quello che si può definire economico.
Tuttavia, in questo momento, si sono già riscontrati dei forti incrementi che non danno pace soprattutto a tutti coloro che fanno uso dell’auto per quotidiani spostamenti, sia che si tratti di impegni professionali che di svago.
Da quello che è stato riportato, quindi, il prezzo del petrolio potrebbe addirittura arrivare a toccare cifre forse mai viste prima e costare persino fino a 3 euro al litro.
Proprio per questa ragione, il Governo Draghi sta cercando di effettuare delle manovre tempestive per frenare queste gravose oscillazioni. Un modo per rallentare l’aumento, quindi, potrebbe essere adottato grazie al cosiddetto decreto Energia.
Il provvedimento varato in questi giorni dal Consiglio dei ministri riguarda, per la precisione, il taglio delle accise sui carburanti che, secondo le più rosee aspettative, potrebbe far diminuire il prezzo al litro di almeno venticinque centesimi.
Comunque sia, pare proprio che in altri Paesi europei le cose non vadano così male come per l’Italia. Anzi, ci sono alcuni Stati in cui il costo è piuttosto inferiore.
Di recente, stando a quanto è stato riportato dalla piattaforma GlobalPetrolPrices.com, nel Paese si spende circa più di 2 euro al litro, in Svizzera, per esempio, non si è ancora superato la somma di 1,909 euro. Lo stesso, inoltre, vale anche per Francia e Austria che, nonostante la cifra sia leggermente più alta, non sfiora i livelli italiani.
Per quanto riguarda, invece, altre zone, si può certamente affermare che in Unione Sovietica e in Bielorussia la situazione sia nettamente migliore dato che i prezzi non superano gli 0,600 euro al litro.
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Un po’ più caro è il costo riscontrato in Ungheria, Moldavia, Malta, ma, nuovamente, le cifre non sono paragonabili a quelle con cui stanno facendo i conti gli italiani.