Massimo Giletti sui luoghi protagonisti del gioco al massacro da parte del primo cittadino del Cremlino: una ferocia inaudita.
Un reportage da brividi quello consegnato da Massimo Giletti. Il noto conduttore di Non è l’Arena non dimentica di essere, innanzitutto, un giornalista che si è spesso occupato di cronaca nera in presa visione.
Giletti ha messo la faccia sempre nelle cose che fa. Si è occupato delle cosche mafiose, della malasanità. Dal suo trascorso leggero e, a tratti strafottente, ha voluto rimarcare solo il suo lato da cronista della quotidianità.
Dall’inizio del terribile conflitto, che ha coinvolto la potente Russia contro l’ex colonia Ucraina, non ha fatto mancare i suoi servizi all’ordine del giorno. Ha contribuito con i suoi inviati in loco per un aggiornamento continuo.
Giletti calpesta il drammatico suolo minato
Massimo ha esternato tutto il suo disappunto per questa angosciosa circostanza che ha iniziato a mietere vittime. Non si capacita dello sfregio del presidente Putin nei confronti di uno stato che ha lottato e ottenuto la sua indipendenza a fatica.
L’Ucraina aveva finalmente dichiarato una propria dignità. Il nuovo presidente Zelensky aveva posto la sua candidatura alle presidenziali per dare una marcia in più al Paese di cui è follemente innamorato.
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Giletti ha voluto andare di persona in Ucraina e documentare da sè gli orrori della guerra. Altro che crimine, quello che si è ritrovato davanti è stato proprio l’anticamera dell’inferno. Uno scenario devastante con lo scoppio dei missili che ha causato solo vittime tra civili e soldati.
In collegamento con l’amico direttore del tg La7 Enrico Mentana, ha raccontato con fatica tutto ciò che i suoi occhi disperati hanno incontrato sul percorso. Zaini, caschi, brandelli di tute e corpi privi di vita insanguinati. Una vera apocalisse.
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In diretta, ha confermato di trovarsi nel cratere di Nikolaev dove giornalmente piovono esplosioni. Ha incontrato donne e uomini sulla sua strada che, con grande coraggio e orgoglio, rimangono per servire la loro adorata patria, fino alla fine.
Massimo ha scambiato opinioni con i cittadini della zona, essi sono restii a qualsiasi compromesso. Non accetteranno mai le condizioni dello zar vicino di casa. Un uomo che non ha pietà dei corpi martoriati degli innocenti non potrà mai governare un popolo pacifico.