La piccola cittadina di Borno, in provincia di Brescia, è al centro delle cronache per un giallo tanto inquietante quanto inspiegabile. Una donna fatta a pezzi e rinvenuta in un sacco dell’immondizia: ci sono novità drammatiche…
Una storia del genere, più che alla cronaca, potrebbe appartenere alla fiction, o addirittura al mondo dell’horror. Un cadavere fatto a pezzi e rinvenuto in un sacco della spazzatura mette paura, ancora di più quando il fatto succede in un posto in completa antitesi al reato.
Non siamo infatti in una violenta periferia suburbana, né al centro di una piazza di spaccio o di una guerra tra bande. Siamo a Borno, un paese di 2.500 anime in Valcamonica.
Un luogo paradisiaco, incastonato tra i monti a oltre 900 metri di altitudine in provincia di Brescia. Un posto dove si conoscono tutti, di quelli dove letteralmente non succede mai nulla. E invece..
Orrore: il cadavere è stato sfregiato e congelato
E invece, è successo qualcosa di terribile. Uno dei 70 abitati della frazione di Paline si è accorto che in una discarica abusiva in un dirupo vicino ad una isolata stradina di montagna da un sacco nero spuntava una mano smaltata di donna.
L’inquietante scoperta di un cadavere fatto a pezzi ed occultato in una busta dell’immondizia ha immediatamente sconvolto tutti, e sono iniziate le ricerche per dare un nome alla vittima ed un volto all’assassino.
L’autopsia però ha rivelato dettagli ancora più macabri e inquietanti. L’assassino avrebbe infatti cercato di sbarazzarsi del cadavere con il fuoco senza riuscirci, sfregiandolo però fino a renderlo quasi irriconoscibile, ed avrebbe poi proceduto a farlo a pezzi.
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Non solo: il corpo, prima di essere sezionato, sarebbe stato conservato in una cella frigorifera o in un congelatore. Infatti i resti presentano segni di assideramento. Un’altra certezza è che il cadavere non era stato abbandonato da molto tempo al momento della scoperta: infatti gli animali selvatici non lo avevano attaccato.