Si entra in una nuova fase della gestione del Covid: dal 31 marzo termina lo stato d’emergenza, ecco cosa cambia per la scuola dal 1 aprile
Dopo due anni di pandemia, si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Nel paese, negli ultimi giorni, c’è stata una nuova risalita dei contagi, dovuta alla diffusione della variante Omicron 2 del coronavirus. Ma la situazione, grazie alla campagna vaccinale, appare sotto controllo. I ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva continuano gradualmente a scendere, evidenziando come, ormai, si stia entrando in una fase endemica della diffusione della malattia.
Il miglioramento della situazione fa sì che dal 31 marzo, dopo oltre due anni, non verrà confermato lo stato di emergenza per la situazione sanitaria (mentre resterà invece relativamente agli sviluppi della guerra in Ucraina). L’ultimo decreto legge sul superamento delle disposizioni relative al contenimento dell’emergenza Covid reca importanti misure che prenderanno il via dal 1 aprile. Tra queste, anche norme sulla scuola di una certa importanza. Andiamo a scoprire che cosa prevede il Dl.
Le principali novità riguardano innanzitutto il ritorno delle gite scolastiche e il cambiamento della gestione delle quarantene. Vale a dire che anche con più di 4 contagiati in una classe, l’obbligo della quarantena scatterà solo nei confronti di coloro che avranno effettivamente contratto il Covid.
Resta invece la prescrizione di obbligo vaccinale per tutto il personale scolastico. Con una novità importante per quanto riguarda i docenti: anche coloro che non saranno vaccinati, dal 1 aprile potranno lavorare in supporto all’istituzione scolastico, pur se non potranno prendere parte all’insegnamento in classe.
Dunque, i docenti non vaccinati potranno tornare a lavorare e a percepire lo stipendio. L’obbligo vaccinale rimarrà fino al 15 giugno. Confermato anche l’obbligo di indossare le mascherine, a partire dal 3 aprile potranno essere utilizzate quelle chirurgiche e non necessariamente le FFP2.
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La nuova norma del decreto andrà ad incidere su un personale scolastico complessivo di circa 10mila unità. Tanti sono, secondo il sindacato Anief, coloro che sono rimasti sospesi dal servizio e dallo stipendio per inosservanza dell’obbligo vaccinale.