Eleonora Daniele apre la puntata di Storie Italiane con la notizia della svolta nel caso di Borno. Il corpo fatto a pezzi e gettato in un dirupo ha finalmente un nome. Ecco di chi si tratta.
La puntata odierna di Storie Italiane si apre con la notizia clamorosa della svolta nelle indagini sul corpo di donna fatto a pezzi e trovato in quattro sacchi neri a Borno, al confine tra le province di Bergamo e Brescia. Il cadavere martoriato ha finalmente un nome.
Eleonora Daniele si collega immediatamente con l’inviato sul luogo del ritrovamento, Edoardo Lucarelli. Il giornalista spiega che si presume che l’assassino abbia lasciato i resti in un posto dove avrebbero potuto essere ritrovati, visto che la zona è fitta di dirupi dove li avrebbe potuti gettare.
Un gesto quasi di “pietà umana”, forse rimorso. Una tesi che la conduttrice e gli ospiti in studio non sostengono. Imma Battaglia è particolarmente dura con il killer: “Basta giustificare e dare attenuanti. Esiste il male e esistono le persone cattive”. Parere supportato anche da Roberto Alessi, direttore di Novella 2000.
Questa notte un uomo è stato sottoposto a un lungo interrogatorio da parte degli uomini dell’Arma ed è infine crollato, confessando l’omicidio e fornendo particolari raccapriccianti.
A far sorgere i primi dubbi, poi rivelatisi fondati, sull’identità della vittima, è stato il giornale Brescia News, che nei giorni scorsi ha notato alcuni tatuaggi descritti dagli niquirenti come identici a quelli di una attrice a luci rosse di Milano, da tempo assente dai social.
E’ così che si è arrivati alla risoluzione del caso. Il suo vicino di casa ed ex fidanzato, un uomo di 43 anni, ha ammesso l’omicidio della poveretta, avvenuto addirittura nel gennaio scorso. L’assassino ne avrebbe quindi occultato il cadavere per ben 2 mesi nel congelatore della stessa ragazza, prima di sezionarlo in 15 pezzi e liberarsene.
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Il nome della vittima è Carol Maltesi, 26 anni, in arte Charlotte Angie, ex commessa poi diventata interprete di film a luci rosse, in seguito alla perdita del lavoro durante il Covid. La giovane era anche madre di un bambino di soli 6 anni. La Battaglia sottolinea anche l’orrore nell’orrore: “Per due mesi nessuno l’ha cercata. E’ la tragedia del silenzio”.