Anche se non sei un appassionato di filatelia, in realtà, potresti avere in casa un pezzo prestigioso che vale davvero molto.
Di certo ci sono alcuni oggetti che possono valere di più di quello che sembrano. Pensiamo, per esempio, a tutti quegli spiccioli che spesso occupano il nostro borsellino e che non ci permettono nemmeno di comprare un gelato, ma che dietro dei quali si nasconde un vero tesoretto.
In effetti, al giorno d’oggi, sono in circolazione delle monete che, soprattutto a causa di un errore, oppure per la loro condizione di fior di conio, hanno tutto il potenziale per far guadagnare delle cifre incredibili.
Capita di frequente, infatti, che alcuni pezzi unici vengano battuti all’asta e facciano in modo di far portare a casa del fortunato delle somme decisamente non indifferenti.
Lo stesso discorso, quindi, si può fare anche per certi francobolli. Lo sanno bene, perciò, tutti coloro che sono appassionati di filatelia e che collezionano i suddetti in maniera precisa e ordinata.
Naturalmente, però, con l’avvento del digitale, questo piccolo rettangolo di carta è probabile che non abbia ancora una vita alquanto lunga.
Il francobollo più prezioso di tutti
Fatto sta che, se per caso rientrate nella categoria di quelle persone che si sono dilettati a conservarli, o, magari, avete in casa delle vecchie cartoline, allora è importante che leggiate le prossime righe.
Anzi, dovreste proprio prendere in considerazione l’idea di provare a rovistare tra i vostri cassetti, perché esistono due francobolli in particolare che potrebbero regalarvi migliaia di euro.
Il primo in questione, quindi, è quello della tipologia Trinacria” del modello T che varrebbe addirittura più di 10 mila euro. Inoltre, se volete assolutamente aumentare la cifra, fate attenzione anche a un altro.
Ebbene, il secondo da tenere d’occhio è il Gronchi rosa che dovrebbe farvi incassare addirittura oltre 25 mila euro. Nel dettaglio, questo francobollo fu emesso in onore di Giovanni Gronchi, il Presidente della Repubblica che effettuò il suo mandato tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
E, ancora più precisamente, fu stampato in occasione della visita di Gronchi in Perù. Ciò che però rende desiderabile questo pezzo pregiato è che al di sopra dello stesso non sono stati raffigurati in modo esatto proprio i confini della menzionata nazione sudamericana.
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In poche parole, quindi, non è stato tenuto conto del cambiamento dovuto al conflitto con l’Ecuador. Beh, è proprio questa svista che lo rendo così irresistibile.