Inizialmente le prime ipotesi avevano fatto pensare agli inquirenti che fosse stata la conseguenza di una rapina degenerata. Invece, l’omicida ha parlato.
Si era già data la notizia, solo pochi giorni fa, dell’uccisione di un noto imprenditore di origini bergamasche che era stato inspiegabilmente trovato senza vita all’interno del proprio appartamento di Grumello del Monte dove viveva solo dopo il divorzio dalla moglie.
La vittima, che ricordiamo si chiamava Anselmo Campa, appariva con una grave ferita alla testa. Alcuni amici, preoccupati perché non si era fatto sentire da un po’, sono andati direttamente a casa sua.
In quel momento, quindi, la tragica scoperta: il cinquantenne giaceva sul pavimento in un lago di sangue. Così, i conoscenti dell’uomo hanno subito avvisato le forze dell’ordine che hanno iniziato, perciò, delle approfondite indagini.
Inizialmente, si pensava a un furto finito nel peggiore dei modi, invece, nelle ultime ore, si è saputa la verità. In realtà, era un’ipotesi del tutto errata, poiché il colpevole è proprio una persona piuttosto vicino alla sua famiglia.
In effetti, gli inquirenti hanno appurato che non era stato trafugato alcun oggetto, così è stata scartata l’ipotesi di una rapina. Proprio per questa ragione, quindi, hanno cercato altri indizi che avrebbero potuto aiutarti a districare il caso.
Gli agenti incaricati, perciò, non ci hanno messo molto a vederci chiaro in questo giallo che sulle prime poteva apparire misterioso. Si sono rivolti immediatamente a un ragazzo che tempo fa era stato fidanzato proprio con la figlia dell’aggredito.
L’epilogo della inchiesta
Il giovane sospettato risponde al nome di Luca El Maccaoui e abita nella stessa località di Campa. Un aggressione che, stando alle ultime notizie, sarebbe stata dovuta alla mancata restituzione di un’automobile, per la precisione una Renault Clio, che apparteneva all’imprenditore e che ventenne non aveva alcuna intenzione di rendergli.
Inoltre, pare proprio che ci fossero stati anche altri screzi che hanno aggravato la situazione e che potrebbero costituire il movente. Il reo confesso, in seguito, è stato interrogato più volte dalla polizia, fino a che, dopo numerose risposte contraddittorie, non ha deciso di sputare il rospo.
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Esausto dalle continue domande, così, non ha potuto più nascondere i fatti. Non è stato ostico nemmeno ritrovare il martello utilizzato per il delitto che, secondo fonti ufficiali, aveva temporaneamente riposto nei pressi del fiume Oglio.