A un anno dal superbonus spuntano dei particolari che mettono in discussione la normativa, ecco cosa sta succedendo.
Il superbonus è uno degli aiuti messi a disposizione dallo Stato, nato con il fine di supportare l’edilizia e le famiglia italiane che possono usufruire dei soldi per modificare le proprie abitazioni.
A distanza di un anno dalla pubblicazione, però, spuntano dei dettagli che lasciano le imprese perplesse. Secondo una loro stima saranno decine di migliaia le piccole e medie imprese edili che rischiano il tracollo economico con la perdita di centinaia di migliaia di posti lavoro, tra diretto ed indotto. Come mai?
Superbonus, cosa sta succedendo?
A quanto pare tutto nasce dal fatto che le imprese hanno centinaia di migliaia di euro crediti fiscali nel cassetto ottenuti con lo sconto in fattura per lavori edili del cosiddetto ‘superbonus’, per l’efficientamento energetico, di opere che godono di altri bonus, facciata, sismabonus o tradizionali detrazioni per le ristrutturazioni.
Stiamo parlando di soldi di crediti fiscali scontati in fattura alla committenza ma che non riescono a monetizzare con le cessioni perché dopo l’emanazione del decreto antifrodi, le procedure sono diventate lunghe e complesse.
Alcuni istituti sembra non accettino più cessioni. Quindi, per una serie di motivi, le attività riunite sotto la sigla “Class action nazionale per l’edilizia” con Partitalia (Associazione delle partite Iva) e Faci (Federazione artigiani e commercianti italiani) scenderanno di nuovo in piazza per chiedere procedure più lineari.
Tra le richieste è messa in primo piano la questione di tempi più rapidi per avere i soldi dopo la certificazione del credito. La prima manifestazione avverrà domani in piazza della Repubblica a Roma; la seconda, invece, è programmata per il prossimo 18 maggio a Napoli poiché anche lì si registra un alto numero di imprese edili.
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Secondo quanto riporta il comitato Class Action dell’edilizia la situazione non è più sostenibile e così facendo le piccole e medie imprese sono destinate a finire nel dimenticatoio, in quanto solo le grandi aziende riusciranno a superare tale crisi. La causa principale fa riferimento alle nuove norme previste per colpire chi ha frodato ma anche per scongiurare nuovi abusi.