Omicidio Samarate, davvero sconcertanti le prime parole del killer dopo il folle gesto. Tutti i dettagli di questa triste vicenda.
Il duplice omicidio di Samarate è un recentissimo fatto di cronaca che vede la strage della famiglia Maja per mano del padre. L’uomo ha ammazzato la moglie di 57 anni, la figlia minorenne e ferito in condizioni gravissime il figlio 23 enne.
Un vero e proprio film dell’orrore, scene strazianti e immotivate. L’allarme è stato dato dei vicini che hanno sentito urla sovrumane. L’uomo è stato trovato in una pozza di sangue mentre ripeteva:” Li ho uccisi tutti, bastardi”.
Omicidio Samarate, le urla strazianti di Alessandro Maja dopo la strage
Nella giornata di giovedì 5 maggio Alessandro Maja è stato sentito per la prima volta dagli inquirenti. L’uomo è un noto imprenditore e architetto, molto conosciuto in zona.
Il primo tentativo di interrogatorio non è andato a buon fine, perché il killer ha scelto di non rispondere. Stando alle prime ricostruzioni è emerso che durante il trasporto tra l’ospedale e il carcere ha urlato frasi deliranti.
Sono un mostro– queste le prime parole urlate da Alessandro Maja. Parole che entrano in contrasto con la sua primissima dichiarazione in cui sembrava essere fiero di quanto appena fatto. Si attendono gli esami autoptici sulle due donne.
Gli inquirenti e la scientifica sta lavorando senza sosta per cercare di capire quanto accaduto. L’eventuale movente resta al momento sconosciuto. I Maja sono sempre stati una famiglia tranquilla – questo è quanto dichiarato dai pochi vicini che li conoscevano.
Resta in condizioni gravissime il primogenito, Nicolò. Al momento dall’ospedale di Varese nessuna notizia circa la sua operazione. Il ragazzo, infatti, ha subito un delicato intervento alla testa. Se e quando sarà possibile sarà il solo a fornire le risposte al caso.
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Come detto in precedenza, il motivo della strage e di cotanta ferocia resta ancora un mistero. Scartata anche l’ipotesi del suicidio, in quanto le ferite riportate erano superficiali e prive di fondamento.