Tra breve, secondo quanto è stato riportato, si potrà beneficiare di un supplemento una tantum. La cifra e a chi spetta di diritto.
Nelle ultime ore si sta decisamente parlando di qualcosa che potrà di sicuro far piacere ad alcune precise categorie di lavoratori. D’altra parte, non è stato certamente un periodo facile per il mondo del lavoro.
Come ricordiamo, infatti, qualche anno fa, è iniziata una crisi economica profonda che ha messo in difficoltà l’ambito lavorativo e in seguito, come se non bastasse, persino la pandemia, causata da Covid-19, è riuscita a peggiorare la già grave situazione esistente.
Insomma, il Governo, a tal proposito, ha deciso di intervenire con un bonus che non farà sicuramente miracoli, ma che almeno darà una mano ad alcune persone che si ritiene possano averne bisogno.
Vediamo, allora, nelle prossime righe, di che cosa si tratta e coloro che potranno averne diritto. Intanto, come è stato riportato, iniziamo con riferire che la misura proposta fa parte del Decreto Aiuti e la somma decisa è pari a 200 euro.
Il tetto di reddito da tenere presente è quello di 35 mila euro annui e il contributo, quindi, sarà rivolto a molteplici tipologie. Stando agli ultimi aggiornamenti perciò, il tutto dovrebbe essere aggiunto alla busta paga di Luglio.
Per cominciare, quindi, fonti ufficiali ci informano che il bonus andrà ai dipendenti pubblici e privati in maniera automatica, senza dover effettuare alcuna domanda. Poi, ancora, ne beneficeranno anche i pensionati e i disoccupati e sarà il proprio ente di previdenza a occuparsene.
Inoltre, in maniera del tutto inaspettata, persino tutti coloro che hanno percepito il Reddito di cittadinanza potranno godere di questo supplemento una tantum.
Lo stesso discorso vale anche per i lavoratori autonomi, quelli stagionali e per le colf che però dovranno attendere per la definizione delle modalità che probabilmente si decideranno entro il prossimo mese.
Anche se i più informati fanno sapere che, per quanto riguarda i lavoratori domestici, le cose potrebbero non essere molto differenti da quelle che sono state per il bonus erogato due anni fa in seguito all’emergenza sanitaria.
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Comunque sia, nel caso poi successivamente, visto il carattere di automatismo della procedura, il conguaglio verificasse la non spettanza del bonus, l’azienda per cui presta servizio il dipendente dovrà riprendersi tale somma in un’unica soluzione o in alcune rate.