L’ictus cerebrale è responsabile di molti casi di invalidità. E’ possibile provare a migliorare la qualità del movimento subito dopo essere stati colpiti? I dettagli.
L’ictus cerebrale è causato dalla chiusura o dalla rottura di vaso cerebrale. Accade improvvisamente e in assenza di dolore. Stando agli studi condotti dalla Fondazione Umberto Veronesi è una delle prime cause in Italia di invalidità e disabilità.
E’ possibile recuperare le abilità perdute dopo un ictus? Gli studi affermano che vi sono delle speranze in tal senso. Le ricerche condotte sono sempre e in continuo aggiornamento. Proviamo insieme a fare maggiore chiarezza.
Come accennato in precedenza, la disabilità post ictus è decisamente molto alta. Con i dati alla mano è emerso che solo il 25 % dei pazienti che riescono a sopravvivere sono in grado di guarire completamente, mentre il restante 75 % riporta invalidità.
Una delle primissime conseguenze – come accennato poco fa – riguarda proprio la compromissione motoria. Questo significa che il paziente colpito da ictus perde alcune funzioni importanti e diventando in alcuni casi non più sufficiente. Altro sintomo è l’afasia, ossia un disturbo del linguaggio che altera l’espressione.
E’ proprio su questo aspetto che si stanno concentrando gli studi attuali. Ciò vuol dire che la riabilitazione neuromotoria è un ottimo alleato in tal senso, perché in grado di aiutare il paziente a tentare un recupero di tutte quelle abilità che sono state fortemente compromesse come la coordinazione e l’equilibrio.
Fondamentale l’ausilio e l’intervento di fisioterapisti in grado di potenziare le disfunzioni motorie. L’obiettivo è quello della stimolazione non invasiva del cervello – queste le parole del dottor Grassi. Con stimolazioni elettriche o magnetiche si ottengono ottimi risultati in minor tempo.
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Le tecniche di cui sopra sono attualmente in fase di sperimentazione: i primi test condotti sugli animali hanno riscontrato alcuni miglioramenti nelle abilità motorie.