Grave lutto nel mondo della politica. L’onorevole era stimato e militava nello storico partito della democrazia Cristiana.
Questa mattina a Villa dei Pini, la clinica privata dove era ricoverato, è venuto a mancare il grande parlamentare Ciriaco De Mita. Il leader della Democrazia Cristiana è spirato all’età di 94 anni dopo un lungo ricovero.
L’ex presidente del Consiglio era una persona di grande fascino mentale. Soggiogava con la sua splendida erudizione. I suoi discorsi erano centrati sulla meritocrazia e sulla giusta disposizione degli averi.
De Mita era stato trasportato d’urgenza dopo un terribile attacco ischemico lo scorso mese. Si era aggiunto anche la rottura del femore e stava proseguendo la riabilitazione proprio nella struttura nei pressi di Benevento.
Un protagonista eccezionale degli anni ottanta e novanta. La sua voglia di pace e giustizia convertirono in maniera ottimale alla decisione del Muro di Berlino. Nel 1989 la sua caduta segnò un passo avanti verso l’unione degli stati europei.
Era natio della provincia di Avellino. Il suo paese di origine era chiamato Nusco, di cui è stato anche Sindaco. Da qui partì la sua voglia di affermarsi come il detentore dell’imparzialità comune. Proprio nel paesino di montagna dell’Irpinia, avanzò il suo pensiero di fare politica.
Il papà era un bravo sarto e la mamma una casalinga. Una famiglia onesta e lavoratrice che aveva seminato bene con il proprio esempio. Ciriaco era stato educato al sudore e al rigore per un futuro sicuro nella società.
Dopo il liceo classico, prese una borsa di studio che gli consentì di approdare all’Università Cattolica di Milano. Era bravo, preparato, diligente e molto serio. Proprio qui inizia a farsi avanti la sua unione con alcuni esponenti appassionati di politica.
Instaurò una bella e solida amicizia per tutta la vita con uno studente che lo affiancò per molto durante la sua carica politica. Il cosentino Riccardo Masi non lo lascerà mai da solo lungo il periodo a Montecitorio.
Tanti incontri e tanti confronti con altri rappresentanti dei partiti più in voga di quegli anni. Uomo placido e remissivo, riusciva a fare spazio nel cuore dei suoi colleghi con le sue idee di primaria importanza sulla democrazia.
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Il suo spirito era assolutamente a favore della libertà di parola. Nel 1956 ebbe il suo primo importante carico: consigliere nazionale della Democrazia Cristina. Un ruolo che fece esplodere tutta la sua capacità a favore del popolo.
Un grande uomo se ne va, il suo esempio indelebile sarà fisso per sempre nella storia della politica.