Allegria il suo slogan per una vita dedicata alla professione. L’eco non si assopisce e il ricordo di un’emblema della televisione ritorna a galla.
Allegria era il suo modo di salutare ogni qualvolta appariva sul piccolo schermo. Mike Bongiorno ne ha fatto un proprio status e senza quasi non era riconoscibile. Una parola che dichiarava tutto l’amore per la vita.
Anni e anni di luce sotto i riflettori, un professionista indimenticabile, il re dl quiz come veniva spesso appellato. L’italo americano aveva fatto breccia nel cuore degli spettatori e catalizzato la loro attenzione.
Mike era nativo di New York, una volta sbarcato in Italia venne presto rapito dalla televisione. I primi approcci furono alla rai ma bn presto il Cavaliere lo volle con sè nella nuova avventura del canale commerciale.
Il giovane Michael Nicholas frequentava le superiori ma venne rimandato in alcune materie. Fu in quel periodo che le truppe tedesche arrivarono in Italia. Per il suo senso di giustizia, Mike si avvicinò ai Partigiani dando il suo contributo.
Per via della conoscenza dell’inglese, fu coinvolto in alcuni spostamenti segreti per arrivare in Svizzera dove depositare dei messaggi in codice che mettevano in comunicazione gli alleati dei due paesi Italia- Svizzera.
In una di queste operazione fu arrestato e messo in un carcere di Milano per 7 mesi. Qui incontrò Indro Montanelli. Successivamente fu deportato in un campo di concentramento dove venne torturato severamente.
Fu oggetto di uno scambio di prigionieri ed ebbe salva la vita. Riuscì a riprendere la sua attività di presentatore e debuttò anche come speaker radiofonico. Il successo di Mike si protrasse per tuta la sua vita.
Ebbe anche l’onore di presentare il festival di Sanremo che fu molto applaudito. Un vero multitasking, si ambientava bene in ogni occasione. Patito dello sport, amava la corsa e le scalate sulle cime innevate.
In un’intervista di qualche tempo prima di morire, l’italo americano spiegò cosa significava per lui la parola Allegria da cui non si separava mai. Gli ricordava il tempo di prigionia in cui era solito scrivere sui muri delle preghiere.
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La fede lo ha salvato e dopo quel periodo terribile, optò per questo slogan per sottolineare che la vita è un dono e un bene prezioso. Dichiarò che i veri artisti muoiono sul palcoscenico, dove hanno vissuto la vera missione.