Alla fine sono crollati e hanno confessato tutto. La morte di Laura Ziliani, l’ex vigile urbano ritrovata morta lo scorso anno ha finalmente dei colpevoli.
La sua morte ha sconvolto la piccola comunità bresciana di cui faceva parte e per mesi di lei non si è saputo nulla, scomparsa senza lasciar tracce.
L’8 maggio scorso sono state proprio le figlie a denunciarne la scomparsa, anche se in realtà all’epoca la donna era già stata uccisa. Ex vigile urbano, Laura Ziliani era rimasta vedova nel 2012, dopo che il marito aveva perso la vita a causa di una valanga.
Le ragazze avevano riferito che la madre si era allontanata per fare un’escursione, ma non vedendola ritornare si erano preoccupate, e quindi avevano avvisato i Carabinieri di Breno. Fin da subito erano quindi cominciate le ricerche, che però non avevano fruttato nessun risultato.
L’8 agosto, poi, la svolta, quando in seguito a una piena del fiume Oglio il corpo della poveretta era riaffiorato, svelando quindi la terribile realtà sulla sua fine.
Laura Ziliani: così è stata uccisa la povera vigilessa
I sospetti si erano puntati fin da subito sulle figlie maggiori, Silvia e Laura e sul fidanzato della prima, Mirto. Le ragazze erano cadute in alcune incongruenze e inoltre un testimone aveva riferito di aver visto un uomo in casa Ziliani prendere sulle spalle la poveretta.
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Dal settembre scorso i tre si trovavano in carcere con l’accusa di aver ucciso la donna, e pochi giorni fa hanno confessato per la prima volta di esser stati proprio loro ad averle tolto la vita, per motivi economici legati al suo patrimonio. La confessione che hanno rilasciato fa venire i brividi: “Le abbiano dato i farmaci, poi le abbiano messo un sacchetto in testa e lo abbiamo chiuso. Laura non moriva e io e Silvia le abbiano stretto le mani al collo” ha raccontato il Milani.
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La giustificazione data dalle due figlie è agghiacciante: la madre, stando a quanto hanno riferito agli inquirenti, le “avrebbe fatte sentire sbagliate”, in quanto in sovrappeso rispetto a lei.