Scompare Boris Pahor il più grande fra gli editori di origine slovene. Il suo dolore raccontato dettagliatamente nelle sue opere.
Boris Pahor, scompare l’uomo che aveva avuto il coraggio di mettere alla luce tutto l’orrore della guerra che non dà scampo. Il Famoso scrittore era sloveno ma trapiantato nella città di Trieste.
Aveva vissuto di tutto sulla propria pelle. Le due guerre più sanguinose del secolo scorso le ha avute impresse nella sua lunga vita. Si è spento poche ore afa alla bella età di 108 anni. Lucido fino alla fine.
Un grande intellettuale, stimato nel settore dell’editoria. Aveva dato voce alla disperazione dei conflitti e della deportazione. I suoi libri sono una vera ovazione per la messa in risalto degli avvenimenti più truci del secolo scorso.
In giovane età si mette dalla parte dei partigiani per ridare dignità ad una penisola devastata dall’orrore. Esperienze terribili metteranno la sua fibra di fronte alle reali condizioni della vita umana in tempi di guerra.
Dove può arrivare l’odio di una mente umana? Boris Pahor ha tutto immagazzinato in quella mente letteraria che possedeva. Morti, violenze e soprusi lo hanno segnato profondamente mentre era sergente.
Cade prigioniero dell’armata tedesca e finisce in mezzo agli altri. I campi di concentramento sono un duro presente e lui è uno dei pigiami a righe. Ha fatto spola in tanti di questi lager nel tempo della sua carcerazione.
Arriva la liberazione ma lo scrittore non dimentica assolutamente. Per chi rinnega e per chi gioisce, la sua verità è scritta e denunciata nero su bianco. La tragicità del frangente della prigionia lo hanno debilitato fisicamente.
Il pensiero invece è vivo e vuole gridare. I suoi scritti andranno a ruba e verranno tradotti in venti lingue. Tanti i premi che lo onoreranno ma la sua peculiarità sarà sempre quella di oltraggiare il pensiero umano infido.
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Si spengono i riflettori sul grande poeta che amava la vita e l’uomo. L’oltraggio dei regimi perennemente spinti in un burrone e la gioia della democrazia come fonte inesauribile di libertà del popolo