Gli scavi archeologici di Pompei Antica sono teatro oggi di una scoperta che ha del sensazionale. Gli studiosi hanno recuperato informazioni entusiasmanti.
E’ tra i siti archeologici più visitati al mondo, con milioni di turisti che ogni anno passeggiano per le antiche vie, sbalorditi dalla bellezza che ancora si riesce a respirare nonostante millenni e un’eruzione del Vesuvio. Parliamo ovviamente di Pompei, che non smette di regalare nuove scoperte in modo pressochè continuativo. L’ultima è di pochi giorni fa e ha dell’incredibile.
La cittadina campana, spazzata via il 24 agosto del 79 d.C., venne per secoli lasciata abbandonata a se stessa, e fu solo nel 1748, sotto Carlo III di Borbone, galvanizzato dalle recenti scoperte di Ercolano, che iniziarono i primi scavi.
Nel 1763 si rinvenne un’epigrafe che parlava chiaramente di Res Publica Pompeianorum e si capì di essere davanti ai resti della cittadina di epoca romana di Pompei. Da allora sono venuti alla luce molti edifici, e dal 1997 il sito fa parte del patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Ebbene, è notizia di pochi giorni fa che per la prima volta gli scienziati sono stati in grado di decifrare del DNA nucleare dai resti di uno dei suoi poveri abitanti, ucciso dalla pioggia di lava e cenere abbattutasi sul suo paese.
Ciò renderà possibile conoscere più a fondo le abitudini degli abitanti dell’antica Roma e ha una valenza storica eccezionale. Dal profilo stilato, il DNA appartiene a un individuo di sesso maschile, malato, alto circa 1,64 e dell’età approssimativa tra i 35 e i 40 anni. Il pompeiano avrebbe inoltre avuto discendenze sarde e stando all’analisi, all’epoca dell’eruzione sarebbe stato affetto dalla malattia di Pott, che causa dolore e difficoltà nei movimenti, oltre a rigidità muscolare.
LEGGI ANCHE –> Apre in Italia il parco divertimenti più grande d’Europa. I dettagli
LEGGI ANCHE –> Come risparmiare sul pane, un metodo facile e infallibile
Sebbene i resti solitamente siano troppo deteriorati, in questo caso i materiali vulcanici sono stati d’aiuto, in quanto hanno fatto quasi da “bara”, isolando i resti dall’ossigeno. Nulla da fare, invece, per il corpo della donna di mezza età ritrovata al suo fianco, in quel caso il materiale è risultato troppo danneggiato.