Archeologia in festa. E’ stato rinvenuta una scultura che mette tutti gli appassionati sugli attenti. La Sicilia terra di passaggio e storia.
Ancora una volta la Sicilia è stata protagonista di un preziosissimo ritrovamento di scultura in terracotta, che entra a far parte di una già vasta e antichissima collezione di tesori nascosti. Il pezzo portato alla luce ritrae la dea Persefone.
E’ una scultura risalente probabilmente ad un periodo storico tra il VI e il V secolo a. C. Il ritrovamento è avvenuto nella provincia siciliana di Caltanisetta, negli antichi scavi di Gibil Gabib, da parte di un uomo, Francesco Lauricella.
L’esperto è un magistrato ormai in pensione, il quale ha deciso di consegnare immediatamente il ritrovamento alla sezione dei Beni culturali della sua provincia. Lo ha affidato in particolare al sopraintendente, Daniela Vullo.
Archeologia un passo in avanti, il ritrovamento è di un passato lontano
Le bellissime parole di orgoglio e stima sono state dettate da Alberto Samonà. L’assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, ha individuato nel manufatto “un importante ritrovamento ancora più prezioso perché frutto della collaborazione responsabile dei privati cittadini”.
Le parole del discorso, risuonano come un inno di gioia e soddisfazione, ma anche gratitudine, nonché amore per la ricchezza ed arte della propria terra.
L’ex magistrato Laurella, grande appassionato di storia e soprattutto di archeologia, ha ritrovato uno stampo di Persefone. La dea della primavera e dei fiori, figlia del Dio greco Zeus e di Demetra, è ritratta giovane con i tradizionali canoni di bellezza greca.
Dall’aspetto dello stampo, ad essere rappresentata sembrerebbe essere proprio la giovane sposa di Ade, il dio degli inferi. Infatti appare in tutto il suo splendore in una piccola statua di terracotta di circa 9 cm di altezza e 4.5 cm di larghezza.
Lo stampo è molto importante non solo per la sua antichissima origine, ma perché ci dà delle informazioni a proposito della cultura, della storia e del culto nell’antichissima colonia greca sicula. Il ritrovamento attesta il culto nei confronti della dea Demetra-Kore e la conseguente produzione di manufatti in suo onore.
Il reperto è diventato già oggetto di studio da parte dei massimi esperti di archeologia italiani, secondo i quali si tratterebbe di un’opera che rientra nell’antichissima tradizione della coroplastica geloa-akragantina, tipica proprio della fine del V secolo a.C.
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La statuetta entrerà presto a far parte ufficialmente della collezione greca sicula, accanto ad altri reperti dello stesso valore, anch’essi originari del sito archeologico demaniale di Gibil Gabib e verrà conservata nel celebre Museo archeologico di Caltanissetta.