Luciana Littizzetto, come sempre, non le ha mandate a dire: la comica si è espressa duramente contro il referendum del 12 giugno, la reazione della Lega
La trasmissione Rai ‘Che Tempo che Fa‘, condotta da Fabio Fazio, ormai da anni raccoglie un grande successo di pubblico. Uno dei momenti più interessanti per i telespettatori, spesso, è rappresentato dal consueto monologo di Luciana Littizzetto.
La comica, con il suo tono sferzante e ironico che l’ha sempre contraddistinta, coinvolge Fazio in dissertazioni sui temi di principale attualità. E una costante dei suoi interventi è quella di esprimere sempre pareri ‘scomodi’, non avendo paura né peli sulla lingua.
L’ultimo monologo, in particolare, è stato molto apprezzato dal pubblico, ma non tutti l’hanno accolto allo stesso modo. La Littizzetto, infatti, si è espressa duramente contro il referendum che andrà in scena domenica 12 giugno e che riguarderà la riforma della giustizia. In una immaginaria lettera al Parlamento, ha spiegato come, a suo parere, i quesiti referendari sarebbero inammissibili perché di difficile comprensione per la maggior parte della popolazione.
Luciana Littizzetto, la Lega non ci sta: “Monologo senza contraddittorio”
Una presa di posizione molto forte, da parte sua, ma che ha scatenato una immediata reazione. Il movimento politico della Lega, infatti, ha immediatamente presentato una interrogazione parlamentare all’interno della commissione di vigilanza Rai.
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A muoversi, i parlamentari leghisti nella stessa commissione di vigilanza, ossia Giorgio Maria Bergesio, Dimitri Coin, Umberto Fusco, Elena Maccanti, Simona Pergreffi e Leonardo Tarantin. Presentando la suddetta interrogazione, hanno annunciato: “Luciana Littizzetto ha di fatto rappresentato le posizioni contrarie ai referendum sulla giustizia senza il benché minimo contraddittorio, senza che il conduttore abbia in alcun modo tutelato le opinioni di quanti sono a favore delle istanze referendarie, violando le più elementari disposizioni sul pluralismo televisivo“.
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L’annuncio da parte dei parlamentari prosegue: “La Rai deve sempre garantire il rigore, la considerazione e il rispetto delle regole deontologiche del proprio ordine professionale da parte dei suoi giornalisti e degli operatori del servizio pubblico. Non è tollerabile che si faccia un uso strumentale del servizio pubblico”.