La notizia dell’avvenuta morte a causa delle zecche di una signora di 70 anni ha fatto scattare l’allarme in tutta Italia verso questi animali. Ecco come difendersi.
Sono l’incubo per i nostri amici a quattrozampe e da qualche tempo anche per noi, in seguito alla morte a causa dei loro morsi di una povera signora di 70 anni, deceduta dopo giorni di degenza in ospedale.
Durante gli ultimi giorni di maggio la donna si era accorta di averne una sul suo corpo e l’aveva scacciata senza preoccuparsene molto, non provando nessun sintomo. La situazione era però peggiorata rapidamente, e il 2 giugno era stata portata alla struttura sanitaria di Lanusei, in Sardegna, con febbre altissima, dolori alle articolazioni e mal di testa.
La signora aveva in corso una grave infezione, la rickettsiosi, che l’ha portata alla morte nella giornata di ieri 6 giugno. La preoccupazione è quindi montata nel Paese.
Ci sono zone d’Italia che sono maggiormente colpite da questi parassiti, come il Veronese, dove i numeri sono aumentati notevolmente, l’isola sarda e anche il Piemonte. Le specie più note sono due, in particolare: le zecche del bosco e quelle del cane. Possono causare due tipi di infezioni, la già citata rickettsiosi e la piroplasmosi.
E’ fondamentale proteggere gambe e braccia qualora si decida di andare per boschi o nell’erba alta e anche i nostri amici a quattrozampe vanno difesi con l’antiparassitario adeguato. Inoltre mai staccare l’eventuale insetto dalla pelle con le mani, ma solo con una pinza, ruotandolo come si farebbe con un tappo per evitare che ne rimangano pezzi inseriti all’interno. Dopo aver rimosso l’animale, la zona va tenuta disinfettata e sotto osservazione per circa 30 giorni.
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Di ritorno da una gita in campagna o in montagna, è bene osservare il corpo con attenzione, alla ricerca di eventuali morsi. Spesso non ci si rende conto di esser stati morsicati se non dopo giorni, vedendo una macchia o un lieve arrossamento.