Dopo la morte della povera signora sarda, cresce il timore per le zecche nel nostro Paese. Ecco perchè questi aracnoidi ci mordono e come difenderci.
Il recente decesso di una sfortunata signora di 70 anni in Sardegna ha fatto scattare l’allarme circa il problema delle zecche in varie regioni italiane. Questi piccoli parassiti possono essere forieri di infezioni molto gravi, proprio come quella che ha portato alla morte l’anziana dopo 4 giorni di degenza in ospedale.
Queste minuscole creature, che spesso conoscono molto bene gli appassionati degli amici a quattrozampe, possono essere molto nocivi anche per noi. In natura ne esistono più di mille specie, anche se le più note sono quelle dei frutti e del cane, appunto.
La malattia di Lyme, che oggi come oggi ha grande risonanza avendo tra i suoi contagiati anche Justin Bieber, che di recente ne ha parlato in un suo post visto da milioni di utenti social, ad esempio, è causata proprio da questo millimetrico aracnoide.
La loro proliferazione è più evidente in particolare durante il periodo estivo e quindi, siccome, ahinoi, si cibano proprio di sangue, il consiglio principale è di indossare pantaloni che coprano interamente le gambe, se si ha in progetto di andare per campi e boschi.
Inoltre sarebbe da evitare di addentrarsi nell’erba alta in questo periodo, se non si anno le gambe adeguatamente protette. Le zecche tendono a colpire principalmente collo, testa, ginocchia e fianchi e sovente, siccome sono di dimensioni minuscole, non ci si rende conto di essere stati morsi se non dopo lungo tempo. Un suggerimento, quindi, è quello di controllare il proprio corpo con cura dopo l’eventuale escursione, per agire immediatamente e prendere provvedimenti.
LEGGI ANCHE –> Attenzione alla spiaggia più pericolosa del mondo. Le insidie da evitare
LEGGI ANCHE –> Meteo prossima settimana, caldo anomalo in alcune regioni d’Italia
Qualora poi si dovesse capire di essere stati morsicati, nonostante il ribrezzo che può arrivare nel vedere l’eventuale corpo attaccato, è fondamentale non cercare di strapparlo via a mani nude, ma bensì usare una pinzetta con la quale farlo “girare” come un bullone, in modo da toglierlo senza lasciare eventuali residui che potrebbero scatenare un’infezione.