Tragedia senza fine: si appicca fuoco la professoressa transgender

E’ finita in tragedia la difficile esistenza della professoressa transgender del nord Italia. Il corpo è stato ritrovato dai Carabinieri. Per lei nulla da fare.

tragedia Suicidio Cloe Bianco
Un’ambulanza immagine di repertorio (Facebook)

E’ finita in tragedia la vicenda della professoressa di tecniche di laboratorio, che nel 2015 aveva suscitato scalpore quando si era presentata vestita in abiti femminili in classe, chiedendo agli alunni di essere chiamata Cloe.

Nata Luca, quella decisione le era costata una sospensione di tre giorni, oltre all’allontanamento dall’insegnamento. Da quel momento per lei solo ruoli come segretaria didattica.

Da tempo l’insegnante viveva in un camper, che lei, nel blog che teneva dedicato alle persone transgenere, definiva la “piccola casa su quattro ruote”. Ed è proprio online che Cloe ha annunciato la sua intenzione di farla finita, dopo anni di grandi difficoltà e solitudine.

“Essere una persona fuori dai canoni diffusi, dai modi comuni del vivere, ossia fuori da quello ch’è ritenuto giusto in una data società in uno specifico periodo temporale vuol dire incarnare ciò che non si deve essere, con le fin troppo ovvie conseguenze di rifiuto date dalle scelte ritenute, dalle altrui persone, scandalose” scriveva qualche tempo fa sul suo sito.

Cloe Bianco: si è suicidata l’insegnante di tecnica

Il 10 giugno la Bianco aveva scritto in rete, spiegando di volersi suicidare: “Subito dopo la pubblicazione di questo comunicato porrò in essere la mia autochiria, ancor più definibile come la mia libera morte. Ciò è il modo più aulico per vivere al meglio la mia vita e concluderla con lo stesso stile. Qui finisce tutto”. Allegati allo scritto, il suo testamento biologico e quello scritto a mano.

 

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E’ così che la 58enne ha dato fuoco al suo camper situato sulla strada regionale tra Auronzo e Misurina, vicino a Belluno, dove i suoi resti completamente carbonizzati sono stati ritrovati alle 6.30 di mattina dell’11 giugno scorso dai Carabinieri di zona.

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Dolore e tanta tristezza da parte della comunità Lgbtq+ che sta piangendone la scomparsa: “In Veneto mancano le tutele per le persone transessuali e la vicenda di Cloe, lasciata sola dalle istituzioni e dalla Regione di Luca Zaia, lo dimostra” ha commentato l’avvocato transgender Alessandra Gracis di Conegliano.

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