Dopo tanti anni dalla sua morte, la storia di Lady Diana fa commuovere e arrabbiare i sostenitori della principessa che ripudiò l’oppressione della famiglia reale inglese.
La storia di Lady Diana ha sempre fatto commuovere milioni di sostenitori: forse per il suo buon cuore, che l’ha portata spesso a relazionarsi con i meno fortunati del pianeta, forse per le costanti pressioni che subiva dalla famiglia reale inglese, quella del marito Carlo, che non le concedeva la libertà di espressione che tanto desiderava.
Su Lady Diana sono stati girati chilometri di pellicola e scritti fiumi di parole, nel tentativo di donare la giusta dignità a un personaggio (e a una persona) che a distanza di 25 anni dalla morte ancora commuove milioni di fan posti di fronte ai dettagli sulla sua vita pubblica e privata, che non era tutta rose e fiori.
La principessa non ha mai smesso di ribellarsi e per farlo ha scelto anche il mezzo della moda. Sono noti i rigidi dettami in fatto di abbigliamento nella Royal Family. Dettami che nel corso degli anni si sono ammorbiditi, forse anche grazie al contributo che Diana Spencer cominciò a dare alla causa quando era ancora in vita.
Oggi la principessa è considerata un’icona di stile ancor più di prima, soprattutto di fronte alla certezza che il mondo della moda abbia ormai sviluppato una sorta di ossessione verso l’estetica degli anni ’90 – inizio ’00.
Per celebrare la sua voglia di rottura, pur mantenendo un’imperitura raffinatezza, ricordiamo il viaggio in Nepal che la principessa fece nel marzo del 1993, pochi mesi dopo la separazione dal principe Carlo. Si trattò del primo impegno ufficiale di Diana in solitaria e, coerentemente con la sua filosofia di vita, scelse una destinazione che la portò in mezzo ai meno fortunati del mondo.
In Nepal, all’atterraggio all’aeroporto, fu accolta dal principe ereditario Dipendra e dal primo ministro Girija Prasad Koirala. Lì tutti la videro indossare un look che rompeva con le consuetudini che aveva dovuto rispettare fino a quel momento.
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Indossava una gonna nera e una giacca verde a maniche corte, ma la cosa più particolare era la borsa: invece della borsa a mano che spesso aveva dovuto portare per schermare la scollatura, Diana scelse una tracolla da poggiare sulla spalla. Una dichiarazione di libertà vera e propria!
