L’America non sarebbe stata scoperta nel 1492. Una rivelazione che ha dell’incredibile e che arriva da parte di un esperto dopo anni di ricerche.
Cristoforo Colombo è considerato a tutti gli effetti lo scopritore dell’America, grazie al suo sbarco a San Salvador il 12 ottobre del 1492. Come risaputo, il navigatore venne finanziato dai Re di Castiglia e Aragona, con l’interessamento speciale di Isabella di Castiglia, grazie alla quale riuscì ad ottenere i soldi necessari per salpare.
In realtà Colombo dopo aver studiato le carte geografiche del fratello e aver analizzato i reperti e ascoltato i racconti dei marinai sulle isole al largo del Mare Oceano (in realtà l’odierno Atlantico), si convinse che oltre alle Azzorre dovesse trovarsi altra terra, l’Asia.
Fu così che dopo aver ottenuto dopo molti anni il denaro necessario, alle sei del mattino del 3 agosto del 1492 partì con le famose tre caravelle, la Nina, la Pinta e la Santa Maria. Il 10 di ottobre ci fu un inizio di ammutinamento, e il navigatore promise che se entro tre o quattro giorni non avessero scorto terra avrebbero cambiato obiettivo. Il 12 dello stesso mese, il marinaio Rodrigo de Triana avvistò terra. si trattava dell’isola di Guanahani, che Colombo ribattezzò San Salvador.
Lo storico e scrittore Ruggero Marino tuttavia ritiene che la scoperta del Nuovo Continente avvenne ben prima del 1492, retrodatandola al 1491 sempre per opera di Colombo, ma sotto la protezione di Papa Innocenzo VIII, morto poi a luglio dell’anno successivo.
L’ipotesi sarà sostenuta anche oggi dallo studioso, durante la presentazione del suo libro “Dante, Colombo e la fine del mondo”. L’evento avverrà oggi 11 luglio alle ore 18 a Palazzo Firenze a Roma, nella sede della Società Dante Alighieri.
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Marino è certo, basandosi anche sulla “Chronica delle vite de pontefici et imperatori romani” del 1507, che fu proprio Rodrigo Borgia e non Isabella di Castiglia il suo maggior finanziatore. Un’ipotesi davvero sconcertante.