Italia, stupefacente scoperta nel mare: si riteneva che fosse scomparsa per sempre

Italia, stupefacente scoperta nel mare: si riteneva che questa specie fosse scomparsa per sempre. Tutti i particolari della vicenda. 

Italia scoperta mare
Fondale (Foto da Pixabay)

Nelle ultime settimane sono state registrate una serie di scoperte decisamente molto significative. L’ultima arriva direttamente dal fondo del nostro mare. Sul fondale del Mar Piccolo di Taranto sono stati ritrovati alcuni esemplari vivi di Pinna Nobilis.

Di che cosa si tratta? È nota anche come cozza penna o pinna comune e si tratta del più grande bivalve del Mar Mediterraneo. Pur trattandosi di un mollusco, ne è stata vietata la raccolta e di conseguenza la consumazione in quando accumula ingenti quantità inquinanti.

Straordinaria scoperta nel mare di Taranto: fotografo un rarissimo esempio di Pinna Nobilis. Si credeva che fosse estinto

La scoperta ha davvero qualcosa di sensazionale, perché era diverso tempo che non si vedeva nelle nostre acque ed è stata considerata a rischio di estinzione.

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Pinna Nobilis (Foto da Instagram)

La prova fotografica è stata fornita da uno dei volontari della famosa associazione Mare per Sempre. Il mollusco che ha regnato nel nostro mare per milioni di anni era scomparso, per poi ritornare nuovamente. Come abbiamo detto in precedenza è in grado di vivere per ben oltre vent’anni e supera il metro di altezza.

Quali sono le sue caratteristiche? La Pinna Nobilis è formata da un guscio esterno di madreperla, mentre al suo interno contiene una sorta di bava che al contatto con l’acqua si indurisce, venendo così a formare una specie di fibra.

Si dice che nel passato, in particolare in epoca romana, le donne la raccoglievano dal mare per poterla lavorare manualmente. Assumeva con il tempo le sembianze dei moderni fili di seta con i quali venivano realizzati dei tessuti preziosi che, solo in un secondo momento, potevano essere offerti in dono.

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Quali sono, invece, le cause che hanno provocato la scomparsa? In primis bisogna considerare il riscaldamento globale e l’inquinamento del mare. Il ritrovamento, infatti, getta una luce su questa specie che si riteneva fosse estinta per sempre.

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