Vediamo come i piccioni potrebbero trasmettere l’Argas reflexus, un piccolo parassita noto anche come zecca del piccione. Tutti i dettagli.
Sia nei mesi invernali che in quelli estivi i piccioni sono sempre presenti nelle nostre città. Si posano sui balconi, sui cornicioni e sui tetti e possono risultare non solo fastidiosi, ma anche creare dello sporco a causa dei loro escrementi.
Come ha ricordato l’Istituto Superiore di Sanità, si deve stare attenti ai volatili sui tetti e sui balconi in quanto vi è rischio che ci possano trasmettere un piccolo acaro della famiglia degli Argasidi.
Si tratta dell’Argas reflexus, noto anche come zecca del piccione. Sono delle zecche definite molli per via dell’assenza dello scudo chitinoso dorsale in tutte le fasi del loro sviluppo. Questo parassita interessa in particolare i piccioni, ma a volte può aggredire anche l’uomo. Per gli esseri umani l’interesse sanitario è in aumento.
Tale parassita può essere diffuso dai piccioni. Infatti questa specie della famiglia Argasidae si posa sui nidi o sulle piume di questi uccelli e può essere veicolo di patogeni.
Questo parassita succhia il sangue di tali volatili trasmettendo loro una patologia batterica che causa febbre ricorrente.
Agli esseri umani può provocare degli eritemi e, nei casi più gravi, il rischio anafilattico, quando la zecca del piccione punge per il sangue, è dovuto in particolare all’inserimento all’interno del sangue dell’ospite di tossine.
Questo acaro può sopravvivere fino a temperature di quarantacinque gradi. Un esemplare adulto può avere una lunghezza di quattro millimetri e può essere di colore scuro, grigio o bruno.
In genere si può trovare in luoghi elevati quali mansarde e soffitte, posti accanto a dove si posano i piccioni.
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Questi parassiti allo stato adulto o di ninfa possono fondersi un pasto anche di appena venti minuti. Invece allo stato larvale possono restare attaccati alle loro prede per giorni.