La Royal Family continuamente nell’occhio del ciclone. Guai in vista per la regina Elisabetta II: piovono pungenti affermazioni. I dettagli.
Quello appena trascorso è stato un anno molto complesso da gestire per la regina Elisabetta, sia da punto di vista emotivo che fisico. La sovrana, infatti, ha fronteggiato da sola la perdita dell’amato marito Filippo, oltre che tutti i dissapori causati dai problemi giudiziari del figlio Andrea.
Ma non è tutto, perché Sua Maestà ha affrontato anche un periodo decisamente poco sereno per quel che riguarda la salute. La positività al covid non ha fatto altro che aggravare le sue condizioni, tanto è vero che è stata costretta ad un periodo di riposo forzato.
La sovrana, sotto il consiglio dei suoi medici, è stata costretta ad un riposo forzato onde evitare complicazioni. La partecipazione agli eventi è stata ridotta all’osso per salvaguardare la sua persona il più possibile.
La regina è spesso al centro di alcune polemiche e affermazioni poco gradevoli da parte non solo dei sudditi, ma anche di membri del governo. Scopriamo cosa è successo.
Il tutto è avvenuto qualche giorno fa, quando la senatrice aborigena Lidia Thorpe ha definito Sua Maestà una colonizzatrice. Facciamo un passo indietro per chiarire al meglio la situazione. La politica era pronta al giuramento in Parlamento a Canberra quando ha pronunciato queste parole.
L’affermazione della Thorpe è stata vista come un segno di protesta in cui unico scopo era quello di canalizzare tutta l’attenzione sul passato del Regno Unito. Un passato fatto anche di violenza, guerra contro i popoli aborigeni. Questa la sua pungente dichiarazione.
Un gesto del tutto inaspettato il suo che non è stato particolarmente accolto bene dai suoi colleghi. Molti i rimproveri e altrettanti gli inviti a ripetere il giuramento. A tal proposito, infatti, la Thorpe è stata invitata a ripetersi dai suoi colleghi parlamentari.
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Scopo della Thorpe è quello di invocare una stipula per riconoscere la storia e la sovranità del popolo aborigeno sull’Australia.
