Uno studio sugli sversamenti di petrolio negli oceani ha rivelato una verità sconvolgente che lascia tutti senza parole. Tutti i dettagli.
Gli sversamenti di petrolio sono tra le peggiori minacce per gli oceani. Quelli di maggior entità vengono riportati dai media. Se invece sono di piccola portata, spesso finiscono per non fare notizia.
Non è facile osservarli in maniera costante, vista la grandezza immensa degli oceani. Tuttavia gli sversamenti rappresentano un pericolo veramente importante per i mari e il loro ecosistema.
Infatti le macchie di petrolio sono composte da idrocarburi che si unificano in una specie di strati immensamente sottili.
Individuarle è davvero complicato, anche attraverso l’utilizzo dei satelliti. Le macchie di petrolio sono attraversate dalla luce e dunque non sono di un colore specifico.
In mare invece cambia sia come viene riflessa la luce sull’acqua sia le onde che risultano più piatte e omogenee.
Gli esperti hanno utilizzato questa ultima soluzione e degli algoritmi per trovare macchie di petrolio in oltre mezzo milione di immagini radar registrate usando i satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea.
La ricerca è stata di recente resa nota sulla rivista scientifica Science. Gli esperti hanno trovato macchie di petrolio sull’ottanta percento dei mari. Si tratta di un’area superiore di tre volte e mezzo il nostro Paese.
Questi sversamenti si trovano in particolare sul Mare di Giava, sul Mar Mediterraneo e sul Mar Cinese Meridionale.
Sommate insieme le tracce presenti su queste zone risultano quasi un terzo dell’intero petrolio trovato dai satelliti dall’Agenzia Spaziale Europea:
La maggiore concentrazione delle macchie di petrolio invece si trova sul Mar Caspio, fra l’Iran e il Kazakistan. In questa zona il venti percento del mare è ricoperto da tracce di petrolio. Nel resto dei mari invece vi è una media del quarto percento.
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La maggior parte del petrolio rilasciato sui mari proviene dalle imbarcazioni. Si tratta quindi di sversamenti non molto grandi, ma continui.