Il 16 agosto 1972 segna una data molto importante per la storia: rinvenuti i Bronzi di Riace. Oggi, a 50 anni dalla scoperta, si riaccende il mistero.
I Bronzi di Riace sono un gruppo scultoreo considerato un vero e proprio capolavoro della statuaria greca. Databili intorno al V secolo non si conosce, ad oggi, l’autore. Le statue vennero ritrovate il 16 agosto 1972 e l’aspetto che maggiormente colpì gli archeologi fu il perfetto stato di conservazione.
Il rinvenimento avvenne nei dintorni di Riace Marina, ereditando di conseguenza il nome. Come detto in precedenza, siamo al cospetto di due esempi pregiatissimi di arte classica, una testimonianza significativa dell’operato dei grandi maestri antichi. Dibattute le teorie circa l’attribuzione di uno specifico scultore.
Attualmente sono conservati presso il Museo nazionale di Reggio Calabria che, ogni anno, ospita una grande quantità di visitatori, incuriositi dal fascino e dal mistero che si nasconde dietro queste immense statue. Oggi, però, a 50 anni dalla scoperta, i Bronzi sono al centro della polemica. Per quale motivo?
Le due statue vennero rinvenute il 16 agosto 1972 grazie alla curiosità di un giovane sub che rimase stupito dalla presenza di un braccio sott’acqua. Una volta riportato in superficie, il gruppo scultoreo ricevette un primo intervento di pulizia che fece emergere la straordinaria manifattura del lavoro.
I Bronzi furono sottoposti col tempo a diverse analisi e ad un processo di restauro durato circa cinque anni. Dagli studi emerse che, oltre al bronzo, vennero usate anche altre leghe per la realizzazione delle opere: l’argento – in prima battuta – l’avorio e il rame.
Sono trascorsi esattamente 50 anni dal rinvenimento delle due statue e sono ancora dibattute, con la medesima intensità, le ipotesi circa una possibile attribuzione. Ciò che è certo che siano opere originali appartenute alla statuaria greca. Tra le diverse strade, vi è chi sostiene possano essere state concepite in tempi diversi.
Ma chi sono in realtà i Bronzi? Si tratta quasi certamente di figure legate al mondo degli eroi e delle divinità. si presuppone, infatti, che le opere vennero commissionate all’ipotetico maestro per arricchire una città che aveva l’intenzione di omaggiare il suo campione. Come dicevamo, le porte della ricerca sono ancora aperte.
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Quali le novità? La Toscana è intenzionata a gettare in mare (per un anno) due copie dei Bronzi per studiarne gli effetti dell’acqua sul materiale. Del tutto discordante il parere della Calabria, la quale ritiene questa ricerca uno spreco di risorse. Secondo gli esperti per avere dei risultati un solo anno non è sufficiente.