I controlli del fisco sono sempre più diffusi e certosini, per contrastare la piaga dell’evasione fiscale che da sempre interessa il nostro Paese.
I movimenti bancari e di denaro sono spesso sottoposti a controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. Oltre a svolgere una funzione di controllo sui bilanci delle aziende, ad esempio nei casi in cui queste ultime dichiarino basi imponibili negative; sugli stipendi dei lavoratori o sulle transazioni estere, infatti, il fisco si occupa di fare analisi a tappeto anche sui movimenti di denaro bancari.
In particolare, può capitare che proprio i nostri bonifici vengano presi in considerazione dal fisco. Ma non disperiamo, perché a tal proposito c’è una causale che si può inserire tra i dati del trasferimento di denaro, una che in pochi conoscono e che assicura che il fisco non abbia nulla da ridire. La causale è infatti un’autocertificazione sui propri movimenti di denaro, e ognuno può scriverci ciò che vuole senza ricorrere necessariamente a formule prestabilite. In caso di controlli, però, può rendersi necessario rendere conto (letteralmente) e giustificare le transazioni.
Questa causale assicura che il fisco non abbia da ridire sui nostri bonifici
Esiste un modo per far sì che il fisco non abbia nulla da ridire sui nostri movimenti di denaro, soprattutto se si tratta di regali o donazioni. Può infatti capitare di fare regali ad amici e familiari, ad esempio in occasione di matrimoni e cerimonie per cui è divenuto uso comune versare soldi sul conto corrente dei festeggiati. E di ricorrere dunque a un bonifico per trasferire denaro!
Proprio in questi casi è bene specificare nella causale che si tratta di un regalo o di una donazione a un amico o a un parente. L’agenzia delle entrate non potrà avere nulla da ridire. Anche a fronte di eventuali controlli approfonditi sui movimenti di denaro di uno stesso contribuente.
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Nel caso delle aziende, invece, il fisco è particolarmente attento alle dichiarazioni dei redditi per evitare il rischio di evasione fiscale. Come accennato in apertura, infatti, chi dichiara basi imponibili compensabili può potenzialmente ridurre il reddito del Tesoro dovuto all’imposta, con conseguente possibile evasione sulle tasse ai danni dello Stato.