Una vicenda di estrema gravità che, nelle ultime ore, è stata interpretata in maniera precisa dalla Procura.
Si tratta di un fatto di cronaca che rattrista non soltanto per la tragedia in sé, ma anche per la disumanità che ha dimostrato il colpevole del sinistro.
Ci stiamo riferendo, per l’appunto, all’incidente accaduto a Milano il 9 agosto scorso che ha coinvolto un bambino di soli undici anni di nome Mahanad Moubarak e che purtroppo ha perso la vita proprio a causa delle gravi ferite subite.
Il ragazzino, nel momento in cui è stato investito, si trovava in via Bartolini in sella a una bicicletta. Secondo quanto è stato riportato, quindi, l’autista, invece, a bordo di una Smart, è passato a tutta velocità, superando di molto il limite consentito.
La Procura, infatti, riferisce che Nour Amdouni, questo il nome del pirata della strada in questione, stava viaggiando a non meno di 90 chilometri all’ora in un punto della città dove non avrebbe dovuto superare nemmeno i cinquanta.
Stando alle ricostruzioni forniteci, quindi, il ragazzino veniva dalla direzione opposta quando è stato violentemente colpito dal veicolo guidato dal sopracitato ventenne.
Quel che è peggio, inoltre, è che l’uomo, di origine marocchina, nonostante si fosse accorto della situazione, è scappato senza prestare alcun aiuto alla vittima.
Successivamente, quindi, Amdouni ha deciso di costituirsi alla polizia locale, affermando di non essersi fermato perché preso dal panico. In realtà, chi di dovere ha poi interpretato in maniera differente le sue intenzioni.
Gli altri particolari
Sembrerebbe, infatti, che il ragazzo non sia stato mosso da sentimenti di pietà, ma si sia dichiarato colpevole per non incappare in un provvedimento di fermo.
Amdouni, per di più, stava guidando in condizioni assolutamente pericolose, poiché, non soltanto non dispone di una patente B, ma era persino sotto l’effetto sostanze stupefacenti e aveva una gamba ingessata.
Naturalmente, quindi, per ora è accusato di omicidio stradale con l’inevitabile aggravante del mancato soccorso. Così, nelle ultime ore, il giudice per le indagini preliminari ha affermato che il giovane ha dimostrato un allarmante menefreghismo e nemmeno una benché minima capacità di autocontrollo.
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Intanto, quindi, si è disposta la custodia cautelare in carcere. Il gip Fiammetta Modica ha infatti precisato che, visti i precedenti, avrebbe potuto non rispettare gli arresti domiciliari.