Dopo la pandemia, il rincaro delle bollette sta affossando un albergatore veneto, che ora deve prendere una decisione difficile.
La storia di villa Marini Trevisan è interessante: si tratta di una villa veneta del ‘600, oggi adibita a struttura alberghiera dopo essere stata acquistata nel 2018. A farlo è stato l’imprenditore Mario Marini: il suo piano, all’epoca, era quello di ampliare i propri orizzonti di investimento e di espandersi dal mondo della gioielleria a quello del turismo. Nel giro di sei – sette mesi di ristrutturazione, la villa è stata pronta ad aprire al pubblico.
Con un po’ di campagne di marketing, che hanno puntato sulla bellezza intrinseca dell’antica villa e sui suoi equipaggiamenti tecnologici, l’albergo ha cominciato a ricevere decine di prenotazioni. Poi è scoppiata la pandemia, che lo ha tenuto chiuso per sei mesi nel 2020 e per cinque mesi nell’anno successivo. Un duro colpo, da cui Marini ha cercato di riprendersi.
Chiudere o non chiudere? Questo è il dilemma
Il problema, superato pian piano lo stallo dovuto alla pandemia, è stato un altro: si tratta del rincaro delle utenze. Che ha portato l’imprenditore a pagare bollette da migliaia di euro. L’ultima? Una bolletta in scadenza il 31 agosto 2022 che ammonta a 5.100 euro. Già nel corso degli ultimi mesi Marini aveva visto aumentare i costi di gestione del proprio albergo, ma ora si trova a dover prendere una difficile decisione.
Sostenere i costi della struttura è diventato impraticabile, tanto che Mario Marini dovrà decidere se chiudere definitivamente o se lasciare aperta la villa soltanto nei mesi di alta stagione e chiudere in quelli che vanno da ottobre a gennaio. D’inverno, infatti, i costi aumentano ancora di più a causa del riscaldamento.
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“Del resto è impraticabile scaldare tutti gli spazi comuni e avere quattro – cinque camere occupate. Il gioco non vale la candela. Questa è la situazione ed è necessario adeguarsi, altrimenti si rischiano grossi problemi economici“, ha dichiarato Marini. Non resta che sperare in un miglioramento e un abbassamento dei costi delle bollette, come è già avvenuto per i carburanti.