Gli scienziati, in precedenza, erano arrivati a un’altra conclusione per quanto riguarda l’origine dello strato sabbioso.
L’astronomia è di certo per molte persone una materia decisamente affascinante. In effetti, ci sono ancora diversi interrogativi a cui nemmeno gli esperti, ancora oggi, hanno saputo dare delle risposte.
Ma tant’è, in questo ambito, gli studiosi hanno tanti argomenti sui quali sbizzarrirsi e cercare di comprenderne il significato o l’origine e il corretto funzionamento.
Per esempio, possiamo ricordare lo studio delle stelle, della formazione dell’Universo e, naturalmente, dei pianeti. Quest’ultimo, infatti, è sicuramente un tema molto interessante di cui, anche in questo caso, c’è ancora molto da scoprire.
Di recente, comunque, come ricordiamo, l’Italia ha avuto l’onore di avere la prima donna europea ad aver effettuato una passeggiata spaziale.
Ci stiamo riferendo, per l’appunto, all’astronauta Samantha Cristoforetti che, insieme con il collega russo Oleg Germanovič Artem’ev, ha effettuato delle attività nello spazio aperto con l’ausilio anche di un braccio robotico.
In una dichiarazione di poco tempo fa, inoltre, la Cristoforetti ha affermato che al momento, inoltre, si sta progettando della tecnologia idonea all’esplorazione della Luna e di Marte.
E, per ora, soffermiamoci proprio sul pianeta rosso dove la NASA, al momento, ha già inviato cinque rover. Ma non solo, di recente è stato oggetto, per l’appunto, anche di un esame approfondito condotto dallo scienziato Briony Horgan, della statunitense Purdue University.
In particolar modo, la suddetta ricerca ha voluto cercare di capire quale fosse veramente la causa della formazione della sabbia. Sulla Terra, infatti, è risaputo che si crei a seguito dell’erosione delle rocce.
Invece, per quanto riguarda Marte, in precedenza si pensava che la sabbia fosse frutto di svariate eruzioni vulcaniche. Così, per andare più a fondo della questione, i ricercatori hanno mandato in orbita una navicella spaziale per rilevare i minerali presenti all’interno della sabbia stessa.
Si tratta quindi del vetro che può essere generato dai vulcani, ma di cui inspiegabilmente ne è stata trovata una grande quantità anche nelle zone settentrionali dove, per l’appunto, non c’è alcun vulcano.
La conclusione quindi più probabile è che i responsabili siano gli asteroidi. Quando, infatti, uno di questi piomba su un pianeta roccioso come quello di Marte, può darsi che il forte impatto sia in grado di sciogliere le rocce, proiettandole in aria.
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Così, proprio questi frammenti, delle dimensioni di un granellino, ricadano in seguito sulla superficie del pianeta che, alla lunga, formano, perciò, una distesa sabbiosa.