La morte della sessantaquattrenne Liliana Resinovich continua ad essere avvolta nel mistero, nonostante siano passati ormai molti mesi.
La sua morte ha sconcertato milioni di italiani, ed è diventato uno dei casi di cronaca nera di “punta”, al quale le trasmissioni di approfondimento hanno dato ampio risalto.
Liliana Resinovich, 64enne di Trieste, ha fatto perdere le sue tracce la mattina del 14 dicembre 2021, dopo essersi allontanata dall’abitazione che divideva con il marito per andare in un negoozio di telefonia. La donna doveva poi andare a lavorare come colf presso una concittadina, ma non è mai arrivata a destinazione.
Nonostante le ricerche spasmodiche, la signora non è mai stata trovata, e solo tre settimane dopo, il 5 gennaio, il suo corpo è stato rinvenuto nei giardini di un ex osppedale psichiatrico, avvolto in due sacchi della spazzatura.
I sospetti si sono subito concentrati sul marito Sebastiano Visintin, ma di recente la perizia del medico legale ha stabilito che in realtà Liliana quasi sicuramente si sarebbe suicidata. I dubbi tuttavia restano.
Il mistero sulla sua scomparsa non sparisce, poichè stando all’autopsia, la donna sarebbe morta circa 48 ore prima del suo rinvenimento, senza segni di decomposizione, con il corpo depilato e in buone condizioni fisiche. Cosa è successo quindi, nelle settimane precedenti al suo decesso?
I due periti, il medico legale Fulvio Costantinides e il radiologo Fabio Cavalli hanno quindi ventilato l’ipotesi che il corpo potrebbe esser stato congelato e poi deposto nel luogo del ritrovamento, come cita il Corriere della Sera citando a sua volta il quotidiano Il Piccolo. Gli esperti mostrano comunque cautela, specificando che “al momento, non ci sono elementi specifici per dimostrare un avvenuto congelamento post mortale del cadavere”.
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Quel che appare pressochè certo è che la Resinovich non abbia vagato nei boschi nei giorni precedenti la morte. Allora viene naturale domandarsi chi possa averla nascosta tutto quel tempo, e perchè.