Pericolo squalo bianco in Italia: ecco dove si nascondono e quali sono i litorali da evitare assolutamente. Da non perdere.
Gli squali sono tra gli animali più temuti dall’uomo: in modo particolare per la ferocia del loro attacco e per le fauci così mordaci. E’ considerato un predatore del mare ed è temuto per le sue dimensioni a dir poco mastodontiche.
Sono estremamente intelligenti e valutano con attenzione come e chi attaccare. Sopravvivere ad un suo eventuale attacco è pressoché impossibile. Siamo abituati a credere che possiamo trovarli solo nei mari tropicali, ma ci si sbaglia di grosso.
Squalo bianco, pericolo nei mari italiani. Ecco gli ultimi avvistamenti
Come abbiamo appena accennato lo squalo bianco dimora tendenzialmente nei mari tropicali, ma negli ultimi anni sono stati registrati anche qui in Italia. Scopriamo le sue caratteristiche e quali sono i litorali da evitare.
Il suo nome deriva principalmente dalla grande macchia bianca che si trova nella parte inferiore del dorso. Così come tutti gli altri squali, una volta afferrata la sua prende, scuote violentemente la testa come stordirla e poi divorarla.
Può vivere in media circa 50 anni ed è uno degli esemplari più grandi e mastodontici. Arriva ad una lunghezza di circa 8 metri per un peso che si aggira intorno ai 680 chilogrammi. Per quanto riguarda i denti: utilizza l’arcata inferiore per fissare e la superiore per tranciare via.
Davvero possiamo trovarli anche in Italia? Sì, è possibile e uno degli ultimi avvistamenti risale a qualche anno fa. E’ il 2017 quando l’enorme creatura viene registrata nelle acque del mare Adriatico, in particolare nei pressi della costa emiliana.
Perché si sono trasferiti anche qui? Il motivo è facile: a causa del cambiamento climatico, questo spaventoso animale – attratto dalle acque calde – riesce a trovare un habitat confortevole anche presso il nostro mare.
LEGGI ANCHE –> Scoperte dallo spazio: avvistata la stella più grande fino a questo momento
LEGGI ANCHE –> Testimonianze dal passato: rinvenuta in Italia un’urna cineraria del IX secolo
Ma non finisce qui, perché la sua presenza negli anni è diventata sempre più massiccia e sono stati individuati alcuni esemplari anche in Puglia e in Sicilia. Un pericolo per l’uomo.