La tragica morte di Michele Merlo poteva essere evitata: emergono nuovi dettagli sulla scomparsa, un anno fa, del cantante.
Poco più di anno fa, la morte di Michele Merlo, avvenuta tragicamente, lasciava un grande vuoto nella sua famiglia e in tutti i suoi ammiratori. Il giovane cantante scomparve il 6 giugno 2021, per gli effetti una emorragia cerebrale causata da una forma di leucemia fulminante.
Una morte all’età di soli 28 anni, a cui i suoi cari non si sono mai rassegnati, lottando per dargli giustizia. Il cantante, infatti, un paio di giorni prima dell’emorragia, accaduta il 3 giugno, si era recato all’Ospedale Maggiore di Bologna, dove però era stato rimandato a casa. I medici non avevano riscontrato nulla di grave.
Da allora, la famiglia sta cercando di dimostrare l’errore compiuto dai medici. E una nuova perizia fa discutere per i suoi esiti. Secondo le analisi svolte dal perito di parte, Michele avrebbe potuto essere salvato.
Il cantante diventato famoso come Mike Bird, che fu concorrente prima di X-Factor e poi di Amici di Maria De Filippi, alcuni giorni prima della morte si era recato dal suo medico di base, a Rosà, in provincia di Vicenza.
Michele era preoccupato dalla comparsa di alcuni ematomi sulle gambe. Il medico aveva ritenuto che si trattasse di un semplice strappo muscolare. Successivamente, all’ospedale di Vergato, gli era stata diagnosticata una tonsillite.
L’avvocato della famiglia, Marco Antonio Dal Ben, spiega che in base alla perizia effettuata, con una diagnosi corretta ci sarebbero state dal 79% all’86% di possibilità di salvare Michele. Il medico di base continua a ritenere di aver svolto un lavoro corretto, ma secondo l’avvocato Dal Ben occorreva una anamnesi molto più attenta. Gli ematomi erano infatti incompatibili con una natura accidentale.
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La famiglia di Michele continuerà a cercare la verità e a cercare di dimostrare che cure migliori e diverse avrebbero potuto salvare il ragazzo. La vicenda proseguirà in aula di tribunale.