L’estate va verso la conclusione e ci si avvia alla stagione fredda: l’accensione dei riscaldamenti regolamentata in Italia per zone.
Negli ultimi anni, la stagione invernale ha portato grandi difficoltà e problemi agli italiani, per gli sviluppi legati alla pandemia. Ora che l’emergenza coronavirus sembra essere rientrata almeno parzialmente nei ranghi, scongiurando il rischio di nuove chiusure (ma l’attenzione per evitare il contagio deve restare sempre massima), l’attenzione si sposta su quanto sta accadendo in Ucraina, con la guerra che vede coinvolta la Russia i cui effetti sul caro bollette e sui prezzi del gas si stanno facendo sempre più evidenti.
Sarà un inverno in cui i prezzi potrebbero schizzare alle stelle e ci sono già svariati suggerimenti da parte delle autorità per limitare il più possibile il consumo energetico e contenere così per quanto possibile i rincari. Il tutto va poi a ripercuotersi anche sul funzionamento degli impianti di riscaldamento, che nei mesi più freddi assorbirà buona parte dei consumi degli italiani.
Il funzionamento degli impianti di riscaldamento, in questo inverno, sarà regolamentato tramite un decreto messo a punto dal Ministero per la Transizione ecologica. Ecco cosa prevede la normativa.
La regolamentazione si occuperà di definire orari e temperatura dei sistemi di riscaldamento centralizzati. Una norma che naturalmente esclude ospedali e case di ricovero, che hanno esigenze differenti.
L’Italia, in particolare, è stata divisa in zone, a seconda del clima e della necessità di utilizzare i riscaldamenti per un certo numero di ore al giorno. Sulla base della media delle temperature giornaliere, la Zona A comprende i Comuni con gradi-giorno (la somma della differenza, per tutto l’anno, tra la temperatura esterna e quella interna) inferiori a 600; la Zona B tra 600 e 900; la Zona C tra 901 e 1400; la Zona D tra 1401 e 2100; la Zona F Comuni con gradi-giorno superiori a 3000.
Nella Zona A (isola di Lampedusa e zona di Porto Empedocle) l’accensione sarà permessa per 5 ore al giorno dall’8 dicembre 2022 al 7 marzo 2023. Nella Zona B (zone costiere di Agrigento, Messina, Trapani, Reggio Calabria) per 7 ore al giorno dall’8 dicembre 2022 al 23 marzo 2023. Nella Zona C (zone costiere della Sardegna, di Napoli, del Salento e di Imperia) per 9 ore al giorno a partire dal 22 novembre 2022 e fino al 23 marzo 2023. Nella zona D (zone costiere e collinari del Tirreno e dell’Adriatico) per 11 ore al giorno dall’8 novembre 2022 al 7 aprile 2023. Nella zona E (arco appenninico a salire dalla Basilicata fino all’Emilia e l’intera Pianura Padana) 13 ore al giorno dal 22 ottobre 2022 al 7 aprile 2023. Nella zona F (arco appennino piemontese e ligure e intero arco alpino) nessuna limitazione.
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Una serie di misure volte a contingentare il più possibile il consumo energetico. Basteranno?