Straordinaria scoperta archeologica: rinvenuto un fossile di oltre 380 milioni di anni fa. I dettagli da non perdere.
Davvero incredibile il numero di scoperte archeologiche che si stanno registrando nelle ultime settimane: numeri del genere non si vedevano da decenni. Oggi la notizia arriva dalla lontana Australia, dove è stato rinvenuto un reperto datato circa 400 milioni di anni.
La possibile riuscita della ricerca ha visto la collaborazione di numerosi centri in cui il pregiatissimo rinvenimento è stato analizzato, studiato ai raggi X e valutato con moderne apparecchiature 3D per preservarne i tessuti.
Tanto lo stupore da parte degli scienziati che si sono trovati davanti agli occhi un qualcosa di mai visto prima. Questo studio apre le porte a nuovi canali di ricerca e soprattutto a nuovi margini di studio del fenomeno evolutivo.
Incredibile scoperta: rinvenuto un cuore fossile di un pesce vissuto circa 380 milioni di anni fa
Si tratta di un cuore e di altri organi interni di un pesce preistorico, noto come pesce Gogo vissuto milioni e milioni di anni fa. Ma andiamo nel dettaglio.
Vi starete domandando quali sono le sue sembianze? Il pesce Gogo è molto rassomigliante ad un moderno squalo, sia per forma che per dimensione. Ha vissuto e popolato il nostro pianeta circa 380 milioni di anni fa, in quello che viene definito dagli storici il periodo Denoviano.
Il rinvenimento ha suscitato tantissima curiosità negli studiosi, in quanto (almeno fino ad oggi) si tratta di una delle scoperte più antiche di sempre. Se non addirittura il più antico. Dicevamo in precedenza che, grazie ai raggi X, è stato possibile fare delle scansioni di immagini dettagliate.
Prima di tutto sono stati presi in esame i tessuti molli del cuore che, stando alle parole dell’esperto, si sono preservati in tre dimensioni. Evento più unico che raro. In realtà è proprio difficile che questi riescano a sopravvivere nel tempo. Si tratta di una sorta di miracolo delle scienze.
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La scoperta ha registrato anche la presenza degli altri organi, quali il fegato. Siamo rimasti particolarmente sorpresi nell’apprendere che non erano così diversi da noi – ha concluso l’esperta.