Saman Abbas, il caso potrebbe essere arrivato a una svolta. La confessione in un’intercettazione telefonica. Tutti i dettagli.
Il caso relativo a Saman Abbas, scomparsa da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, più di un anno fa, potrebbe essere a una svolta.
Infatti in un’intercettazione il padre della ragazza avrebbe dichiarato di aver ucciso la 18enne. L’uomo è in questo momento latitante. In carcere invece si trovano i due cugini e lo zio.
L’intercettazione in questione, rivelata nel corso della mattina di venerdì 23 settembre e riferita dall’ANSA, risale al mese successivo alla scomparsa della giovane.
Immediatamente dopo la scomparsa, avvenuta il 30 aprile dello scorso anno, gli investigatori hanno sospettato di alcuni familiari di Saman.
Ad accrescere questi sospetti è stata la fuga in Pakistan da parte di Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, genitori della ragazza.
Saman Abbas, la confessione del padre in una telefonata con un parente
Il padre di quest’ultima avrebbe ammesso l’omicidio di sua figlia nel corso di una telefonata.
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L’uomo, durante una conversazione telefonica con un parente, avrebbe confessato di averla uccisa.
L’intercettazione si troverebbe negli atti del processo, che è previsto a febbraio del prossimo anno.
Nel corso di questo colloquio telefonico, il padre di Saman avrebbe affermato.
Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno.
Stando a quel che è stato riferito, Shabbar Abbas, durante la telefonata, avrebbe detto.
Per me la dignità degli altri non è più importante della mia (…) Io ho lasciato mio figlio in Italia (il fratello minorenne di Saman, ndr). Ho ucciso mia figlia e sono venuto, non me ne frega nulla di nessuno.
Lo stesso familiare, ascoltato dai carabinieri, ha affermato che il padre della ragazza lo aveva chiamato per intimargli di non parlare di lui.
Io sono già rovinato – le dichiarazioni di Abbas nel racconto del parente – avete parlato di me in giro, non lascerò in pace la vostra famiglia.
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A seguito della minaccia, il padre della giovane avrebbe nuovamente proseguito.
Io sono già morto, l’ho uccisa io, l’ho uccisa per la mia dignità e per il mio onore. Noi l’abbiamo uccisa.