Molto lo definiscono un’opera storica di incredibile rilevanza ingegneristica mai vista prima, vediamo che cosa prevede il progetto per il monte sullo stretto di Messina.
Il ponte sullo stretto di Messina è un’opera definita da molti quasi “futuribile” di cui si parla da ormai decenni senza mai avere un progetto sul tavolo, oggetto di accesi dibattiti dei Governi in carica per gli elevati costi di realizzazione, utilità per il Paese e fattibilità tecnica.
Se ne parla da sempre, un ponte che possa collegare la regione Calabria e la Sicilia, oggi collegate solo tramite traghetto, ma che invece avrebbero bisogno di una strada più scorrevole per agevolare l’intenso traffico marittimo che coinvolge la zona di scambio cantieristico oltre che economico.
Però le cose, forse, si stanno per smuovere, visto che due giorni fa, ad appena due settimane dall’insediamento del nuovo Governo Meloni di Centro-Destra, il nuovo Ministero delle Infrastrutture ha convocato a Palazzo Chigi i presidenti delle regioni suddette per trovare un accordo nel minor tempo possibile.
Ponte sullo Stretto, Salvini: “Priorità del Governo”
Il primo incontro Regioni e Ministero sembra essere stato davvero proficuo visto che si è deciso in maniera certa di programmare un ulteriore incontro istituzionale con Rfi, che ha avuto l’incarico dallo stesso Salvini di organizzare un ulteriore studio di fattibilità.
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Il ponte sullo Stretto di Messina “si farà“, “questa è la volta buona“, si è detto appena due giorni fa all’interno di Palazzo Chigi.
Per realizzare questa grande opera, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti sta seriamente valutando di adottare il ‘Modello Genova’, caratterizzato da un iter dei lavori decisamente veloce e snello dal punto di vista burocratico, i cui lavori dovrebbero iniziare già nella primavera del 2023.
Mentre è ancora in atto la diatriba sulle concessioni governative usate negli anni scorsi per mettere in campo il progetto titanico ad un’unica campata, sono in molti ora a pensare che per la realizzazione del ponte si potrebbero utilizzare i 50 milioni di euro stanziati dal governo Draghi, erogati per il vecchio studio di fattibilità per volere dell’ex ministro Giovannini e mai messi in cantiere.
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Per finanziarlo, ha spiegato il presidente della Calabria Occhiuto, “c’è l’idea di chiedere all’Europa, che per la verità considera il ponte più strategico dell’Italia perché l’ha inserito nei corridoi, di cofinanziare il ponte con gli strumenti che si concorderanno tra il governo nazionale e l’Europa stessa“.
Il problema, ha aggiunto, “è velocizzare la realizzazione di quest’opera e soprattutto farne un’opera che si inserisce in un complesso di infrastrutture necessarie quanto il ponte“.