Padre e figlio tentano il colpaccio, provando ad acquistare da un privato un orologio di pregio. Al venditore però non piacciono alcune modalità e sventa la truffa.
Uomo entra in gioielleria (foto da pixabay di Rangoni-Gianluca)
La polizia locale di Milano sventa un ennesimo caso di truffa. Tutto comincia quando la vittima del raggiro pubblica su sito web svizzero specializzato nella vendita di orologi preziosi, un annuncio per la vendita di un Rolex modello Tiffani 41, il cui prezzo si aggira intorno ai 30 mila euro.
L’uomo viene quasi immediatamente contattato da un collezionista che detta alcune particolari condizioni per l’acquisto del prodotto. Condizioni che mettono in allarme il venditore, insospettendolo; così decide di rivolgersi alla polizia locale.
Con la segnalazione del venditore subito entrano in scena gli agenti del nucleo reati predatori che cominciano a seguire lo svolgimento della compravendita. Gli accordi proseguono normalmente e venditore e acquirente si danno appuntamento in bar de “Il Portello”, centro commerciale alle porte di Milano.
Quei strani 200 euro
Una volta arrivati al bar, l’acquirente si presenta con il nome di David Goldman e senza troppi convenevoli chiede di esaminare il prodotto. Intanto ad aspettarlo in macchina, con il motore acceso, c’è il figlio pronto a scappar via appena concluso l’accordo.
Il sedicente Goldman estrae, quindi, un sacchetto con all’interno una bustina in tessuto e la porge al venditore, intimandolo poi di dargli subito il Rolex senza dover controllare le banconote. Si arriva alla conclusione dell’acquisto e, a scambio avvenuto, entrano in scena gli agenti di polizia che fino a quel momento avevo tenuto sott’occhio la situazione, appostandosi in borghese vicino al bar.
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Alla vista degli agenti, Goldman prima e poi anche figlio si identificheranno con i loro veri nomi, mentre dall’analisi della 189 banconote date al venditore si evincerà che solo 2 dei 200 euro erano autentici, i restanti 37.400 euro risultano, invece, falsi.
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Dagli accertamenti effettuati dalla polizia è poi emerso che a carico dei due indagati vi sono altri precedenti per truffa e reati contro il patrimonio. Padre e figlio, rispettivamente di 40 e 20 anni, sono ora indagati a piede libero.