Arrestato per femminicidio nel 2016 il barista Jean Luca Falchetto: che fa oggi l’assassino di Alessandra Maffezzoli, cosa è successo.
Una storia di un “amore criminale” quella che ha scelto di raccontare lo storico programma di Raitre, che stasera 24 novembre va in onda a un giorno dalla giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La storia è quella di Alessandra Maffezzoli, una maestra di Pastrengo, in provincia di Verona, uccisa in maniera orribile dal suo ex fidanzato nel giugno 2016.
Stando alla ricostruzione, al termine di una furiosa lite, Alessandra prima è stata colpita con un grosso oggetto che le ha fracassato il cervello e poi uccisa a coltellate. L’uomo che l’ha colpita con tanta rabbia si chiama Jean Luca Falchetto, all’epoca dei fatti faceva il barista e aveva 53 anni. Dalla sera stessa dell’omicidio si trova in carcere, ma si è sempre difeso.
Cosa è successo dopo l’arresto di Jean Luca Falchetto
L’uomo, infatti, ha spiegato di aver agito per legittima difesa e di aver poi perso la testa: eppure, ci sono denunce per maltrattamenti e stalking, con l’ex fidanzata che parlava di uno specchietto della sua auto rotto da Falchetto, qualche tempo prima, in un impeto d’ira. L’assassino di Alessandra Maffezzoli si è giustificato, sostenendo: “Temevo che mi uccidesse”. Ha parlato di una donna violenta, nonostante da parte di lei ci fossero state delle denunce.
Il processo nei confronti di Jean Luca Falchetto si è concluso poco più di un anno fa, con la sentenza della Cassazione che ha confermato quanto emerso nei primi due gradi di giudizio. Alla fine, l’uomo se l’è “cavata” con 15 anni e quattro mesi di reclusione, ma leggendo le motivazioni della Cassazione emerge un quadro che sembra ben più grave della condanna comminata.
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Falchetto, che è di origini svizzere, viene descritto dai giudici come “narcisista e istrionico, ma al tempo stesso lucido e cosciente”, sottolineando come al momento dell’omicidio fosse perfettamente in grado di comprendere quello che stava facendo. La vicenda giudiziaria dunque si è chiusa con questa sentenza, ma il comportamento dell’uomo non è mai andato giù ai figli della vittima.
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Alessandra Maffezzoli aveva infatti due figli, nati da una precedente relazione, che oggi hanno rispettivamente 24 e 22 anni e che un paio d’anni dopo il delitto decisero di denunciare per stalking l’assassino della madre. Sostengono in particolare che da parte dell’uomo ci siano state tutta una serie di bugie, compresa quella secondo la quale aveva ricevuto un appuntamento dalla vittima, poi degenerato. Non solo: al centro della questione ci sono delle lettere che l’assassino ha inviato ai figli della vittima e che loro ritengono persecutorie.