Il direttore editoriale di Libero, grande amico di Michelle e Tomaso e loro testimone di nozze ha confessato come stanno davvero le cose tra i due: “Serve andare cauti”.
In queste settimane stiamo vedendo un ritorno di fiamma molto forte tra Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi che ad inizio primavera 2022 avevano svelato la loro separazione consensuale tramite nota Ansa.
Pare però che i due abbiano abbandonate le asce di guerra e riallacciato i rapporti, con grande gioia dei follower della coppia che tifavano da loro e desideravano rivederli insieme dopo 10 anni di matrimonio.
A parlare dei due protagonisti della vicenda anche un amico molto intimo della coppia, nonché loro testimone di nozze, ovvero Vittorio Feltri, direttore di Libero e nome illustre dell’editoria italiana.
Intervistato da Oggi ha detto per la prima volta che cosa pensa chiaramente del loro riavvinarsi. Parole che fanno pensare…
Come stanno attualmente le cose tra Michelle Hunziker e Tomaso Trussardi? Non è facile da decifrare, anche se le foto insieme in montagna accanto alle figlie sembra descriverli come una felice famiglia unita sotto lo stesso tetto.
Per Feltri però è troppo presto per gioire per il ritrovato amore. Il direttore di Liberto ha spiazzato tutti, dichiarando che a suo dire serve essere cauti:
Speravo in un loro riavvicinamento e ne sono felice. Ma per ora non hanno deciso un ritorno alla situazione matrimoniale. Non sono sicuro che le cose stano proprio come vengono raccontate.
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Per lui parlare di matrimonio ricomposto è al momento incauto e troppo frettoloso, sono insieme solo per il bene delle figlie ora. “Lei abita a Milano, nell’appartamento in cui stavano insieme. Lui è rimasto nella casa di Bergamo e proprio in questi giorni mi ha confidato che per un paio d’anni continuerà a vivere da solo“.
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Feltri smentisce le voci secondo cui Tomaso sarebbe tornato a vivere quindi insieme alla Hunziker. In più, sempre nell’intervista rilasciata, ha anche sganciato un’altra bomba molto forte, alludendo al fatto che i due siano inizialmente entrati in crisi proprio per colpa di “terzo incomodo” che in molti hanno fatto risalire proprio a Giovanni Angiolini,
