Luca Piscopo mangia sushi e nove giorni dopo il tragico epilogo: sotto accusa il titolare del locale e il medico
Omicidio colposo. È questa l’accusa nei confronti del titolare di un locale del Vomero, quartiere di Napoli, dove Luca Piscopo, 15enne di un’altra zona della città, Soccavo, lo scorso anno ha mangiato sushi prime di morire nove giorni dopo.
Appena concluso il pasto il giovane si era sento male: vomito, diarrea e febbre alta. La Procura della Repubblica di Napoli aveva iscritto nel registro anche il medico che lo aveva avuto in cura e ora, a conclusione delle indagini, ha ipotizzato il reato.
Il locale è di un cittadino cinese di 55 anni e i genitori della giovane vittima vogliono vederci chiaro, sostenendo che Luca era sano come un pesce e non aveva nessuna malattia pregressa. Il medico gli base gli aveva prescritto una terapia domiciliare.
Luca muore dopo il sushi, la ricostruzione dei fatti
Era il 23 novembre 2021 quando Luca va nel locale in compagnia di alcune amiche. Avevano scelto la formula “all you can eat” con la quale con 15 euro mangi tutto ciò che vuoi. Anche le altre persone presenti avevano accusato sintomi di intossicazione alimentare e per Luca il peggio sembrava essere passato dopo una settimana.
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Poi la ricaduta, febbre di nuovo alta fino alla tragica morte, avvenuta il 2 dicembre. Ad assistere i genitore c’è l’avvocato Marianna Borrelli che definisce il giovane sportivo e salutista.
Secondo il medico legale che ha effettuato l’autopsia la causa delle morte è una miocardite legata alla salmonellosi contratta a seguito di un’intossicazione alimentare.
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I Nas che sequestrano il locale trovano alimenti che non sono tracciati e tenuti in uno stato di conservazione non in linea con la legge. In occasione del primo anniversario della scomparsa nel grande bosco di Capodimonte a Napoli viene piantato un leccio in sui memoria. Davanti all’albero chi l’ha conosciuto e voluto bene leggeranno delle lettere, come i compagni del Liceo Pansini.