L’ex attaccante delle Notti Magiche di Italia 90, Totò Schillaci, ieri mattina era nella clinica di Matteo Messina Denaro: ecco perché.
C’era anche l’ex attaccante di Juventus e Inter, Totò Schillaci, ieri mattina alla Clinica Maddalena di Palermo, nel momento in cui i carabinieri dei Ros hanno effettuato il blitz nel quale è stato arrestato Matteo Messina Denaro. Il capo di Cosa Nostra, ultimo grande latitante della mafia siciliana, è stato fermato nella mattinata del 16 gennaio, esattamente trent’anni dopo Totò Riina, del quale era considerato il successore.
Dal 1993, Matteo Messina Denaro era latitante e negli ultimi tempi il cerchio si era stretto attorno a lui, a quanto pare dopo che gli investigatori avevano ricevuto la soffiata circa la malattia del boss 60enne. Come ormai noto, infatti, quello che viene considerato l’ultimo padrino della mafia da oltre un anno starebbe lottando contro un tumore al colon – retto con metastasi al fegato.
Perché Totò Schillaci era nella stessa clinica di Messina Denaro: il racconto dell’ex attaccante
In queste ore, la notizia del suo arresto si riempie di sempre maggiori dettagli, a partire dalla perquisizione del suo “covo”, ovvero una normale abitazione civile nel centro abitato di Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. Si cerca anche di capire di quali coperture abbia goduto il boss in tutti questi anni, a partire dall’ultima identità che si era dato, ovvero quella di Andrea Bonafede.
Il nome sulla carta d’identità di Matteo Messina Denaro, infatti, non è frutto di fantasia, come si poteva pensare fino a qualche ora fa. Invece, appartiene a una persona che il boss conosceva e della quale si fidava, tanto da fargli acquistare la casa dove poi si era trasferito negli ultimi tempi. Altre persone dovranno chiarire la propria posizione, ma Totò Schillaci non è assolutamente tra queste.
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L’ex calciatore, autore di sei gol ai Mondiali del 1990 giocati in Italia, senza dubbio l’apice della sua carriera, è stato infatti testimone del tutto inconsapevole di quanto avvenuto ieri mattina. Si trovava infatti nel luogo del blitz per una semplice coincidenza. Schillaci ha definito “il Far West” quello che è avvenuto, raccontando a ‘Repubblica’ del blitz delle forze del Ros.
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Totò Schillaci, dunque, era in zona per recarsi nella stessa clinica dove stava facendo sedute di chemioterapia il boss Matteo Messina Denaro. In quel momento era al bar e stava fumando una sigaretta, quando è scattato il blitz che l’ex calciatore ha definito “un manicomio“. Schillaci ha spiegato di essere lì per sottoporsi a terapie, mantenendo però il riserbo sulla sua salute. In ogni caso, non è mancata l’ironia della Rete: “Notti magiche, inseguendo un boss”, ha scritto qualcuno su Twitter.