Chi è Annamaria Torre, la figlia dell’avvocato e sindaco di Pagani, in provincia di Salerno, Marcello Torre, ucciso dalla camorra.
Marcello Torre venne assassinato dalla camorra l’11 dicembre 1980. Dal terremoto che aveva colpito l’Irpinia il 23 novembre dello stesso anno, erano dunque passati poco più di 15 giorni. Tanto era bastato per l’uomo, sindaco del comune di Pagani, in provincia di Salerno, eletto nelle file della Democrazia Cristiana, per dire no alle infiltrazioni malavitose in alcuni appalti.
In particolare, la sua opposizione fin dalla prima ora era alla possibilità che venissero affidati alcuni appalti per la rimozione delle macerie del sisma, le cui ferite erano freschissime sulla popolazione del posto. Quella scossa di magnitudo 6.9, infatti, venne percepita da tutto il Centro e Sud Italia. Come sappiamo, mise in ginocchio Campania centrale, Basilicata settentrionale e la parte a ovest della provincia di Foggia.
L’impegno civile di Annamaria Torre nel nome del padre
I numeri del sisma furono impressionanti: quasi tremila le vittime, con migliaia di feriti – la cifra è molto vicina ai 10mila – e oltre 280mila sfollati. Quei numeri non “intenerirono” la malavita locale e in particolare la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, che si catapultò con le imprese affini sugli appalti. Tenne la schiena dritta Marcello Torre, sindaco democristiano di Pagani. Per questo – dice una sentenza passata in giudicato in Cassazione – fu Cutolo che diede mandato di ucciderlo.
Due anni dopo la morte di Marcello Torre, in sua memoria, vennero istituiti un’associazione e un premio nazionale, che portasse avanti i suoi ideali civili, premiando giornalisti che nella lotta alla criminalità organizzata si erano distinti. per l’impegno civile e il giornalismo. Sua figlia Annamaria ha contribuito negli anni a tenere vivo il ricordo del padre ucciso dalla camorra.
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La donna – che ha raccolto il testimone dalla madre – oggi è anche componente del coordinamento campano dei Familiari delle vittime innocenti di criminalità. Inoltre è vicepresidente dell’associazione che porta avanti il nome e le battaglie di suo papà. Annamaria Torre ha unito la lotta alle mafie alle battaglie per i diritti civili, tant’è che è stata a giugno dello scorso anno la madrina del Vesuvio Pride.
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Negli anni passati, Annamaria Torre ha anche denunciato pubblicamente il fatto che non si sa ancora tutto sulla morte di suo padre. Ha poi tirato anche in ballo le connivenze tra lo Stato e la camorra negli anni Ottanta. Di recente, ha anche criticato l’ipotesi che dal film Il camorrista di Giuseppe Tornatore, tratto dal romanzo di Joe Marrazzo, giornalista anticamorra, potesse essere tratta una serie tv. Per lei, dopo l’uscita di ‘Gomorra‘ , “la gente vede solo l’enfatizzazione del mito negativo, e non l’altra faccia di una medaglia pesante”.