Su Raiuno il 31 gennaio Matilde Gioli è Fernanda Wittgens nella fiction su una grande donna: la vera storia dietro il film.
Sarà Matilde Gioli a interpretare il personaggio di Fernanda Wittgens nella fiction in onda su Raiuno la sera del 31 gennaio: una grande attrice nel ruolo di una delle donne che hanno cambiato la storia del nostro Paese. Il film diretto da Maurizio Zaccaro riscopre dunque la figura di questa donna, la prima direttrice della Pinacoteca di Brera che nel corso della seconda guerra mondiale salvò molti capolavori.
Successivamente, mise se stessa in pericolo pur di salvare molti ebrei dalla persecuzione nazifascista, un dramma che ha sconvolto la storia dell’umanità. Ma cerchiamo di capire di più su questa grande donna, interpretata appunto da Matilde Gioli, una delle attrici più interessanti del nostro panorama cinematografico e televisivo.
La storia vera di Fernanda Wittgens: ecco cosa sapere su di lei
Nata a Milano nel 1903 da Margherita Righini e Adolfo Wittgens, Fernanda sin da giovanissima si appassiona di musei, per merito di un’abitudine di suo padre. L’uomo infatti portava la famiglia al museo ogni domenica e questo l’ha influenzata nel corso della sua vita. Dopo la maturità classica, si laurea in storia dell’arte e per un periodo insegna prima al Parini e poi al Manzoni.
Ha solo 25 anni quando, grazie al suo amico Mario Salmi, ispettore alla Pinacoteca di Brera, viene assunta proprio a Brera, come lavoratrice occasionale. In tre anni, si fece notare per la sua grande passione e già nel 1931 era assistente di Ettore Modigliani, direttore della Pinacoteca. Questi fu licenziato nel 1935 perché antifascista e successivamente mandato al confino nelle Marche.
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Tra lui e Fernanda Wittgens vi fu comunque un continuo scambio di informazioni su ciò che avveniva a Brera e la donna nel 1940 ebbe una svolta nella sua vita. Infatti, vinse il concorso come direttrice della Pinacoteca di Brera diventando la prima donna in Italia alla guida di un museo. Quando la guerra arrivò a Milano, Fernanda Wittgens fece di tutto per salvare le opere custodite non solo a Brera ma anche in altri musei milanesi.
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Quando il 7 e l’8 agosto 1943, la Pinacoteca di Brera fu bombardata dagli Alleati, non vi furono danni alle opere già trasferite. Non solo: durante gli anni della guerra, Fernanda Wittgens fece l’impossibile per aiutare decine di persone di origine ebraica a uscire dall’Italia per sfuggire alle persecuzioni razziali. Da un ebreo venne denunciata ai fascisti e venne quindi arrestata. Fu processata e condannata a 4 anni di reclusione, insieme ad Adele Cappelli, Zina e Mariarosa Tresoldi. Dopo la Liberazione, riprese il suo posto a Brera: morì prematuramente nel 1957, aveva solo 54 anni.