Ricercato anche all’estero perché sospettato di omicidio il tunisino Mohamed Abidi, ritenuto ex promessa del calcio.
Una parabola discendente davvero sconcertante quella di un giovane originario della Tunisia, Mohamed Abidi: probabilmente, se fosse riuscito a portare avanti il suo sogno di diventare un calciatore professionista, verosimilmente un paio di mesi fa l’avremmo visto indossare la maglia della squadra del suo Paese ai mondiali di calcio. Invece, oggi è ricercato anche all’estero accusato di un crimine tremendo, quello di omicidio.
La sua storia in Italia inizia una decina di anni fa, quando approda a Bologna per coltivare il suo sogno da calciatore. Questo almeno riferiscono alcune indiscrezioni. Ben presto però la sua storia diventa quella di un giovane uomo coinvolto in numerosi fatti illeciti. Negli anni è stato accusato di rapina, sfruttamento della prostituzione, ricettazione e spaccio di droga. Ora contro di lui l’accusa di aver ucciso il militare Salvatore Danilo Lucente Pipitone.
La parabola discendente del presunto assassino del sottufficiale nel reparto sanitario al policlinico militare del Celio prende il via nel 2015: accusato di rapina e violenza su alcune prostitute nella zona di San Giovanni, a Roma, per quelle accuse venne poi assolto. Venne poi arrestato per traffico di droga e ricettazione e ha trascorso un periodo fino al 2018 nel carcere di Rieti.
Legato a una donna romena, con cui ha avuto due figlie, dopo la scarcerazione del 2018 si trasferisce all’estero, in Francia o in Svizzera, e oltre confine vive diversi anni. Pare che il rientro nel nostro Paese non sia datato più di cinque mesi fa. Ora le accuse di omicidio portate avanti grazie a una testimone oculare e alle telecamere di videosorveglianza, che avrebbero ripreso la sua fuga.
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La testimone oculare è una prostituta romena: ha parlato agli inquirenti e alla squadra mobile di una lite accesa tra il tunisino e la vittima, avvenuta immediatamente prima dell’omicidio. Litigio che sarebbe avvenuto per un parcheggio in doppia fila, adiacente a un cassonetto. Parole un po’ forti tra i due e poi l’ex calciatore che colpisce alla nuca la sua vittima, sfondandogli il cranio con qualcosa di contundente.
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A quanto pare, il racconto è verosimile e confermato appunto dai frame delle immagini raccolte dalle forze dell’ordine. Abidi, che potrebbe essere già all’estero e godere di una rete di protezione, era con un’altra persona, di nazionalità italiana, un suo amico che avrebbe preso a noleggio l’auto su cui viaggiavano. Nato nel marzo 1990, il tunisino da molti non viene ritenuto in grado di commettere un atto del genere: la moglie e il suo ex avvocato in particolare lo hanno apertamente difeso.